1. Il culo non va in vacanza - 2


    Data: 15/05/2019, Categorie: Gay / Bisex Autore: FringuellinoCaldo

    ... dei ragazzi che ci chiamavano: “Ehi voiii… Pollyyyy… dove siete!”.
    
    Per evitare casini ci infilammo subito il costume, con loro poteva esserci anche qualcuno ignaro delle nostre abitudini sessuali, un estraneo, qualche genitore, poi rispondemmo anche se un po’ a malincuore.
    
    “Ehi! Siamo quiiii, seguite il sentiero fino al mareee!” strillai.
    
    Anche loro a bordo di vecchie biciclette, c’erano Ciccio, Piero, Carlone ed un nuovo, che non era dei nostri ma anche lui trascorreva lì le sue vacanze.
    
    Ripensando a quei tempi mi vengono in mente man mano i personaggi che gravitavano attorno al nostro gruppo, che adesso ho completamente perso di vista. Carlone era il vice sacrestano ed uno dei coordinatori dell’oratorio. Era grande, aveva già più di trent’anni, però era piuttosto ingenuo, un ragazzone. Grasso, pesava almeno cento chili, ma per noi non era “one” solo per questo, infatti possedeva un cazzo come una bottiglia di vino da tre quarti, forse anche più grosso di quello del “padre di famiglia” che, però, non utilizzava molto. Era veramente imbranato, era entrato nella stanza segreta dietro l’oratorio solamente per guardare, i Maschi che mi stavano usando avevano insistito perché mi occupassi anche di lui, per divertimento e vedere come andava con un grassone dall’affare così grosso e gliel’avevo succhiato, ma era successo solo quella volta (con difficoltà, non mi entrava in bocca!), il culo non aveva voluto farmelo. Inizialmente non desiderava che lo toccassi perché ...
    ... affermava che eravamo “finocchi” e quelle cose non si fanno, che era peccato, però poi cedette e se lo fece baciare. Creò anche un po’ di subbuglio perché nacque il timore che, pentito, se la cantasse, che raccontasse in giro quello che era accaduto, ma non lo fece.
    
    Rimaneva il fatto che le ragazze non se lo filavano per niente, quindi, nonostante la sua ritrosia per noi troiette del gruppo era sempre pieno come un uovo, le uniche con le quali avrebbe potuto sfogarsi, era chiaro che avrebbe capitolato.
    
    L’altro, quello nuovo, si era aggregato, un biondino piuttosto carino e simpatico che si chiamava Marco, ci guardammo in faccia e ci piacemmo subito.
    
    “Bello qua, tranquillo e l’acqua è pulitissima” disse Piero poco prima di tuffarsi.
    
    Tutti lo seguirono, Ciccio solamente un attimo dopo avermi passato una mano sul culo e detto nelle orecchie: “Avete scopato anche oggi… si vede lontano un miglio”. Non risposi, ma ammiccai, silenzio assenso.
    
    Tornammo in acqua anche io ed R., anche lì fu deciso che tutti dovevano togliere il costume, del resto eravamo abituati, anche al paese mettersi nudi era la normalità, alle “feste” e non solo.
    
    Solamente Carlone non voleva farlo, anche Marco, il biondino, si era adeguato, denudandosi, gli guardai il cazzo significativamente.
    
    Allora tutti cominciarono a caricare Carlone: “Dai Carlo, togli quei mutandoni, che c’è ti vergogni? Non vuoi farci vedere il culo o la proboscide che ti ritrovi… ce l’avessi io…”. Questo era il tenore delle ...
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