Il culo non va in vacanza - 2
Data: 15/05/2019,
Categorie:
Gay / Bisex
Autore: FringuellinoCaldo
... eh, Polly! Ti piace quanto te lo metto nel culo, dai dimmelo…”.
“Si R., lo sai che mi piace, dammelo tutto, stammi dentro più che puoi… spaccamelo”
“Sei proprio una troietta, Polly, una femmina ninfomane… ma quanto cazzo prendi tutti i giorni? Dimmelo che ti senti una puttana, che ti piace, che fai tutto quello che vogliono i maschi”.
“Si, sono una puttana, ne prendo tanti… è vero, faccio tutto quello che vogliono… mi piace tanto”.
“Cos’è il tuo culo, Polly?”.
“Il mio non è un culo, è una figa, sbattimi”.
R., come, peraltro, parecchi altri Maschi, si divertiva tantissimo quando, mentre scopavamo, si parlava in quel modo.
Saranno state quelle parole, sarà stata la posizione nella quale mi stava inculando nella quale sentivo benissimo il suo cazzo che mi stimolava dentro, ma venni dopo pochi minuti, schizzando davanti a me. Generalmente l’orgasmo di culo, che era per me una cosa rara, quando arrivava era ovattato, lungo, con una lenta pisciatina di sborra dal cazzo moscio, quella volta invece, fu forte ed improvviso, quasi doloroso, tant’è che lanciai un urletto piuttosto acuto.
“Ahhh! Oddio, R. che sborrata… mi hai fatto morire!”.
R. sorrise, ansimava, mentre lentamente, continuava a fare avanti e indietro, per tutta la lunghezza del suo cazzo.
Dal respiro e dal cambiamento di ritmo compresi che stava venendo anche lui: “Aspetta un attimo, sborrami in faccia”.
Proprio quando ormai gli mancavano pochi istanti a finire si fermò, alzandosi in ...
... piedi, io ero in ginocchio all’altezza giusta, avevo la bocca socchiusa, lo smanettai un istante e mi schizzò in faccia, uno, due, tre spasmi, mi leccai le labbra e le dita che mi ero passato sul viso e mandai giù, i capelli tutti impiastricciati.
Mi bastò masturbarmi per pochi secondi per venire anch’io.
Restammo un momento così, guardandoci negli occhi.
Conoscevo quell’espressione, doveva ribadire il suo potere su di me ed io sempre più puttanella sottomessa e servile ero disponibile a tutto: “Dai, R., falla”.
Pisciò copiosamente, bagnandomi tutto, i capelli, il viso, il corpo, un po’ mi finì in bocca, era salata, una parte la dovetti ingoiare per non soffocare, l’altra la feci scorrere fuori.
Mi voltai, piegandomi in avanti, allargai le chiappe con le mai, lui lo appoggiò sul buco e terminò di orinare.
Dopo glielo presi fra le labbra, dove scrollò le ultime gocce.
“Brava Polly, bevi che ti fa bene”.
Succhiai per benino e mandai giù tutto.
R. mi aveva orinato addosso, in bocca e dentro al culo molte altre volte, ma quel giorno fu bellissimo, così, liberi, in mezzo alla natura, poter fare tutto quello che volevamo senza freni, senza il timore di bagnarci o di sporcarci.
Ci gettammo in mare per rinfrescarci e ripulirci. Avevamo portato con noi dei panini e dell’acqua, mangiammo, bevemmo e ci assopimmo all’ombra degli arbusti.
Era l’ora più calda del giorno ed in giro non c’era anima viva.
Stavamo riposando quando udimmo delle voci, erano alcuni ...