Il tassista e la ragazza da sogno
Data: 17/05/2019,
Categorie:
Etero
Autore: Zindo
... vettura.
Lasciò subito il bicchiere sul bancone e corse fuori da quella persona che credeva essere un cliente. Uomo o donna era difficile da dire da quella distanza, anche se solo di pochi metri: di certo la persona indossava una ampia pelliccia a pelo lungo, con un ampio cappuccio dello stesso materiale rovesciato sulla testa ma, essendo esageratamente ampio, ricadeva anche sul volto coprendolo quasi totalmente. Appena arrivato a poca distanza fu certo trattarsi di una donna per la gestualità del muoversi e per l'alone di profumo dolciastro e pregnante - fino ad essere anche leggermente sgradevole – che la circondava.
Chiese:- “Posso essere utile?”
Risposta:-”Ed io? Posso esserti utile io?”
La voce era tremolante; era evidente che stava letteralmente battendo i denti per il freddo.
Fabio propose: “Entra nel taxi, è un poco meno freddo li dentro”
Lei: “Tu sei matto! E se arriva il tassista?”
Non disse di essere lui il tassista ma “Chi se ne frega? Inventeremo una scusa”
“Tu sei matto”
“Tu sei bella ed hai freddo, dai entra,...entriamo”
Lui entrò, per abitudine, dalla portiera del guidatore, lei non capendo di avere a che fare con il tassista, (o fingendo di non capirlo?) salì dalla portiera anteriore del lato passeggeri.
E' strano come a volte i sensi percepiscono gli stimoli quando questi cessano o si affievoliscono. Infatti la donna percepì fortemente la sensazione di freddo appena entrata in vettura e sottratta alla gelida brezza, ed ...
... esternò sonoramente, con un prolungato “brrrrr”. il suo rabbrividire dal freddo.
Fabio subito si prodigò “Aumento un poco il riscaldamento?”
“Ma, ma...ma...come fai a sapere come si fa? Non sarai mica tu il tassista?”
Nel parlare fece ribaltare il cappuccio con un colpo all'indietro della testa e lasciò liberi i due lembi del bavero che fino ad allora aveva tenuto stretti l'uno contro l'altro con le mani. Era una ragazza giovane, certamente più giovane di Fabio, naturalmente bella nei lineamenti del volto, aggraziatamente spigoloso, incorniciato da una fluente cascata di lisci capelli biondi; occhi chiari messi in risalto da una eccessiva dose di rimmel, vagamente languidi; carnagione chiara, pallida, ma con le gote rosse più che rosee, forse per l'eccessivo freddo o forse per un trucco sbagliato; le labbra carnose ricoperte di un rossetto dai toni eccessivamente accesi. Particolari che, uniti al profumo, già erano più che sufficienti a rivelare la professione della donna anche a persone ingenue, figurarsi agli occhi di Fabio che aveva bazzicato per anni in quell'ambiente ed in quelli affini.
Fabio, mentendo in parte, le disse “ Si, ma sono in pausa pranzo, posso dedicarti del tempo se vuoi”.
Lui lo voleva, non perché aveva visto il volto di lei, ma perché la pelliccia, certamente falsa, ovvero sintetica e di scarsa qualità, buona per fare scena ma non per riparare dal freddo, si era aperta e i due lembi erano scivolati ai due lati del sedile, mostrando le gambe ...