Madama butterfly ... vice-versa!
Data: 20/05/2019,
Categorie:
Gay / Bisex
Autore: reninytxis
... gli succhiai la lingua come se volessi strappargliela.
-Tu? – mi sussurrò. Non riuscii a riconoscerlo.-
-No … -risposi.
Mi sfilò fuori da sé, ancora in erezione, tolse il preservativo e cominciò a masturbarmi, raccogliendo nel frattempo il suo seme dal mio ventre con lunghe e golose lappate. Ripulendomi si avvicinava al pube e d’improvviso accolse tra le labbra il glande cominciò a succhiare vigorosamente alternando indiavolati giochi di lingua attorno alla cappella. Gli esplosi in bocca con tre o quattro poderosi getti di cui lui non perse una goccia. Poi, quando ebbi finito, si distese sopra di me, baciandomi e condividendo il dolce frutto di quella fatica.
Confesso di conoscere bene il sapore del mio seme ma quella notte avevo scoperto un nuovo gusto!
Il Gioco andò avanti così, senza che nessuno ne parlasse esplicitamente: non si sapeva chi vi partecipasse né fino a quale punto ci si spingesse. Mi viene il dubbio che qualche sessione sia stata frequentata anche da più di due di noi! Nessuno si accorgeva di quando i bigliettini d’invito venivano consegnati ma si poteva avvertire un cambiamento nell’atmosfera della casa quando succedeva …
In primavera, per la pausa di Pasqua, tutti andarono a casa tranne il sottoscritto, per una ricerca appioppatami dal relatore. Sarei rimasto solo per almeno un paio di settimane, con ben sette camere in più. La mia sedicente fidanzata era passata l’ultima sera prima delle vacanze ed aveva voluto fare un ripasso generale ...
... di tutta la “Ars Amatoria” con tanto di esame finale, nel timore che potessi dimenticarla e cedere alle lusinghe di un’altra Venere. Ma cosa va a pensare una donna!
Effettivamente mi lasciò a camminare ginocchioni e per un paio di giorni non fui in condizioni di uscire di casa, dedicandomi a leggiucchiare qualche testo e un paio di dispense. Al terzo giorno, beh non per essere blasfemo, ma effettivamente fu come risorgere e raggiunsi i colleghi goliardi rimasti in sede, vuoi per le mie stesse ragioni vuoi perché aborigeni, e più d’uno studente di medicina mi diagnosticò una qualche forma di gastroenterite, dato l’aspetto emaciato e le occhiaie. Solo un giovane assistente di un qualche professore di diritto, vecchia volpe, maestro di vita e brillante figlio di puttana, redarguì la ciurma:
-Fermi li, cerusici procacciatori di camposantari! Fabio! Porta una coppa Regina allo zabaione e cioccolato!
E il solerte Fabio, un ragazzo sulla cinquantina, cameriere che aveva svezzato generazioni di noi, éra dopo éra accademica, provvide alla bisogna: una scodella, più che una coppa apparve davanti a me, dal contenuto giallo e nero, ricoperta da una selva di lingue di gatto … un chilo di roba! Lo standard per uno studente in calo di zuccheri!
Inutile dire che tutta la compagnia ne godette, ma furono molto corretti e si preoccuparono che ne avessi abbastanza!
Fu una serata rigenerante e magicamente (più per i cicchetti bevuti da loro che per le calorie da me incamerate) tutti ...