1. Madama butterfly ... vice-versa!


    Data: 20/05/2019, Categorie: Gay / Bisex Autore: reninytxis

    ... i miei compagni di bisboccia mi videro d’una cera molto più sana. Non avevo bevuto, perché sono praticamente astemio, ma ero comunque stanco. Chiamai “giro” e rimorchiai un paio di quelli che erano per me di strada fino al loro portone, mi assicurai che fossero ormeggiati con cura e mi diressi verso casa, felice e respirando a pieni polmoni l’aria frizzante delle due passate.
    
    Feci il giro “largo”, passando per il lungofiume e mi sentii del tutto ritemprato, tanto che pensai addirittura di mettermi al lavoro. Per abitudine, aprii il chiavistello senza far rumore, ricordandomi solo dopo aver chiuso che la casa era vuota. Stavo per mettermi a fischiettare quando vidi una luce filtrare sotto una porta.
    
    -E’ tornato qualcuno? … - chiesi tra me e me. E cercavo di capire a chi appartenesse la stanza per dare una voce, quando mi accorsi che si trattava nientemeno che dell’Ottava Porta!
    
    Mi avvicinai tendendo l’orecchio e sentii che l’occupante era ancora sveglio, anzi … sentivo rumori, come dire … familiari …
    
    Bussai.
    
    -Disturbo? – domanda scema: alle due di notte! …
    
    Sentii rumori frettolosi di lenzuola e scricchiolii di doghe.
    
    -Prego! Entri – rispose un accento non molto familiare …
    
    Nel letto, a torso nudo, vidi un giovane orientale, appoggiato, un po’ rigidamente, alla testiera e mi sorrideva nonostante la mia visita sicuramente importuna.
    
    -Salve! Sono Luigi. Mi perdoni, ma non sapevo che avremmo avuto ospiti in questo periodo. Di solito il signor Antonio ci ...
    ... avvisa … soprattutto per evitargli qualche brutta figura, sa?
    
    Il giovane rise sinceramente.
    
    -Colpa mia. Ho anticipato il mio arrivo e lui è stato così comprensivo da lasciarmi prendere alloggio senza far e questioni.
    
    Parlava con un evidente accento ma con notevole proprietà dell’Italiano. Intanto non riuscivo a smettere di lanciare fugaci occhiate al suo petto … alle sue spalle, alle braccia … per fortuna potevo osservare i suoi occhi, bellissimi e profondi, senza …
    
    -Probabilmente ha dimenticato che mi sarei trattenuto. In effetti gliel’ho solo accennato e lo avrà dimenticato. E probabilmente secondo lui l’appartamento sarebbe stato a sua totale disposizione.
    
    -Già. Ma sono stato davvero scortese! – disse come per un ripensamento.
    
    E fece per prendere una vestaglia dalla spalliera della sedia, immagino per coprirsi ed uscire dal letto per presentarsi ammodo.
    
    -La prego, non si disturbi! Vengo io! – dissi avvicinandomi. Ma fu velocissimo a indossare quello che in realtà era il suo kimono ed uscire dalle lenzuola. In un attimo fu di fronte a me, dritto senza mostrarsi rigido, inchinandosi:
    
    - Non mi sono presentato: mi chiamo Tomomi, Abe Tomomi. Ma ti prego … - e mi porse la mano sorridendo – Tom andrà benissimo!
    
    Gliela strinsi: fu una sensazione gradevole, una stretta salda, sicura. E che belle mani! …
    
    -Luigi, ma lo sai già. Senti, lo so che è tardi ma se vuoi posso preparare uno spuntino …
    
    -Oh, no, no. Grazie. – rispose lui mettendo la mano avanti ...
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