Ti odio, Sabrina!
Data: 23/05/2019,
Categorie:
Sesso di Gruppo
Etero
Autore: Golem
C’è sempre stato odio tra me e Sabrina, sin dal primo giorno in cui ci siamo conosciuti non ci siamo sopportati. I nostri modi di fare, completamente incompatibili, si sono sempre scontrati in silenzio per il quieto vivere delle nostre amicizie comuni, nascondendo un astio che, seppur mai dichiarato, sappiamo essere reale e reciproco.Quello che mai però abbiamo voluto ammettere a noi stessi, è il desiderio che dietro l’inimicizia, mano a mano si è fatto avanti, generando battute, frecciatine e frasi a sfondo sessuale, atte a colpire, si, ma anche a sedurre. Nei miei momenti di riflessione, pensando bene a questo strano rapporto, mi sono sempre chiesto cosa ci fosse in lei che accendeva le mie passioni.Sabrina infatti, oltre ad essere chiassosa, insolente, di cattivo gusto, non è mai stata, ne da me ne da nessuno dei miei conoscenti, considerata una bella ragazza: bassa, rotonda, con capelli neri e ricci ma mai veramente belli, un viso ruvido e spinoso, la sua unica qualità fisica era il seno, grosso, dirompente e sempre esposto con orgoglio.Del seno, io, sono sempre stato uno schiavo. Ogni termine che lo richiami mi eccita: tette, poppe, zinne, zizze, boccie, mammelle; il solo suono scatena in me deliri ed eccitazioni che controllo a fatica ma sebbene fossero gonfie e deliziose come frutti maturi, le tette enormi di Sabrina non erano sufficienti a giustificare quelle sensazioni. Ci doveva essere qualcos’altro, come doveva esserci qualcosa che scatenasse in lei le stesse ...
... emozioni, lo si vedeva dalla sua espressione, la medesima della mia, e dalle battute. Come io le davo della “Tettona” lei scherzava spesso sulle dimensioni accentuate del mio “pacco”, il quale risaltava in alcune occasioni dai miei jeans.Il mio pacco, il mio cazzo, il mio membro, risalta in effetti a volte dai miei jeans, ed il fatto che siano spesso larghi per comodità, faceva sorgere in lei sospetti sulle mie dimensioni ma io, lungi dal farmene problemi, ho sempre ribadito a lei come a tutti: “Io ho un cazzo normalissimo. Non è un cazzo da elefante e nemmeno da topolino, è della dimensione giusta e che ho sempre voluto.” Ed è vero, stento a crederci persino io, nel sentirmelo battere a tastiera, ma sono un uomo felice del suo pene normale, di cui nessuno si è mai lamentato. Nello sguardo di Sabrina però, vedevo la curiosità di chi voleva vederlo, succhiarlo, assaporarlo, averlo, per verificare. In quello stesso modo i miei occhi, inevitabilmente, si posavano talvolta su quelle due tette grosse e piene con gli stessi pensieri.Il fatto di vedere due persone ostinate ed orgogliose odiarsi ma stentare a resistersi così tanto, probabilmente era il combustibile di quel desiderio che, ogni giorno di più, ci spingeva a volerci ed a non sopportarci ogni minuto di più. Alla fine, questo “gioco delle forze” era destinato a spezzarsi a favore della repulsione o dell’attrazione.Tutto degenerò quel giorno di Marzo.Avevo invitato qualche amico a casa mia, una cosa semplice, non piu di sei, ...