1. Non cercarmi più


    Data: 24/05/2019, Categorie: Sentimentali Autore: Edipo, Fonte: EroticiRacconti

    ... giorno dopo ero in viaggio, andavo nella sua città, sapevo il nome e la professione del padre, forse era tornata a casa. Quale casa? Che gente era quella? Che famiglia? Se era andata via da loro come potevo pensare che ne provasse nostalgia? Ne ricavai altre amarezze e umiliazioni che non sto a dire. Tornai sconfortato. Andare dalla polizia? Mi avrebbero riso in faccia, non appena avessi raccontato tutta la storia avrebbero detto anche loro: che ti aspettavi da una puttana? E non potevo nascondere il biglietto e quello era un chiaro addio. Il resto è solo nebbia. Avrei voluto morire? Forse. Probabilmente mi salvasti tu, venisti a cercarmi e mi desti una mano. Mi ripresi un po' ma nulla fu più come prima. La mia vita è andata sempre peggio, la mia ex mi disprezza, i miei figli si vergognano di me, lavoro quel tanto che mi basta a sopravvivere senza chiedere l'elemosina. Non sono più stato capace di costruire un rapporto con una donna, ho sempre avuto per quasi vent'anni il suo viso davanti agli occhi, ho sempre sentito la sua voce dire: "Riposati". E ora mi dici che l'hai ammazzata. Eri stato anche tu suo cliente e immagino la tua meraviglia e il suo sconcerto quando vi siete rivisti. Tu l'hai cercata, dici che volevi proteggermi, impedirmi di fare una sciocchezza, di rovinarmi la vita per una puttana: volevi allontanarla da me. La tormentavi e posso immaginare in realtà cosa volevi da lei, dimostrarmi che era ...
    ... sempre la ragazza che abbordava i clienti e poi li portava nella stanza in cima alle scale. Perché non mi ha raccontato tutto? Di cosa aveva paura? Quel biglietto lo scrisse a te. Non cercarmi più, lasciami in pace. Quel giorno l'hai raggiunta in quella che era casa tua, sapevi che dovevamo partire. Ammettilo, hai cercato di stuprarla: uno come te può avere una donna solo pagandola o violentandola. Dici che non volevi, che la situazione ti è sfuggita di mano, le hai stretto le mani al collo e poi non respirava più. Sapevi che stavo per arrivare, dovevi fare presto. Nessuno ti ha visto mentre la caricavi sul portabagagli della tua auto ma prima avevi avuto la brillante idea di lasciare il biglietto che qualche giorno prima ti aveva fatto scivolare in tasca senza che me ne accorgessi. L'hai portata qui, in questa pineta vicino a un'altra delle tue tante case e l'hai sepolta con la sua valigia. Hai finito di raccontare. Un cancro ti sta spegnendo e hai voluto scaricarti la coscienza. Forse speri che io faccia giustizia e ti strozzi come hai fatto tu con lei, ma sarebbe troppo facile, smetteresti di soffrire e io voglio che tu soffra fino all'ultimo. Chiamo la polizia e mi metto ad aspettare. Non riesco a piangere, non ne sono capace. La ricordo come era, una che sapeva amare. Gabbiani si levano sopra la mia testa, volteggiano alla ricerca di qualche preda. Poi le loro grida si confondono con le sirene della polizia. 
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