Donatella cap.2 - urina e autoerotismo
Data: 18/10/2017,
Categorie:
Feticismo
Autore: FrancoT, Fonte: EroticiRacconti
... Aveva già goduto due volte, ma quel giorno aveva una voglia incredibile. Eravamo tornati dal pranzo e ci eravamo chiusi nell'ufficio. Non ci avrebbe disturbati nessuno per almeno quattro ore, quindi avevamo tutto il tempo che volevamo. Donatella aveva inscenato uno striptease ed era rimasta solamente con il collant senza l'intimo sotto ed un reggiseno bianco. Poi era salita sulla scrivania e vi si era sdraiata. A quel punto ero intervenuto, le avevo leccato prima i piedi, poi ero risalito lungo le sue interminabili gambe ed infine avevo affondato la bocca contro al suo sesso. In pochi attimi il collant era stato rotto ed io mi ero trovato a diretto contatto con il suo pelo, le sue labbra, il suo clitoride. Quando aveva goduto, aveva cacciato un urlo liberatorio. Io non avevo smesso però né di accarezzarla con le dita né di leccarla con la lingua. “Dove vuoi andare a finire?”, mi aveva chiesto comprendendo le mie intenzioni. “Farti impazzire, ovviamente”. “Andiamo in bagno, allora”, mi disse. Scese dalla scrivania e prendendomi per mano mi guidò verso il bagno che era piuttosto grande, quasi come quello di una casa. Aveva la vasca da bagno perché l'ufficio era stato ricavato da un appartamento. Donatella ci entrò e sollevò il piede destro appoggiandolo sul bordo della vasca. Io mi inginocchiai e ripresi a leccarle la passera. Sapevo quello che stavo facendo e sapevo quanto ella avesse bevuto prima e durante il pranzo. La feci venire una seconda volta e proseguii finché ella ...
... non mi disse:”Basta, basta! Non riesco più a tenerla!”. E allora la lasciai lì in piedi nella vasca a pisciare. Un getto andò lontano e quasi mi colpì. Il resto, che non aveva quella stessa spinta iniziale, uscì dal suo sesso e cadde nella vasca, oppure le scese dentro il collant lungo le sue cosce. “Oh, mio Dio”, disse lei “che roba”. La puzza di urina era forte ma io a quel punto ero super eccitato. Le chiesi di uscire dalla vasca, la abbracciai e la baciai. Poi la ricondussi nell'ufficio e la feci sdraiare sulla scrivania. L'urina le aveva bagnato il collant fin sotto le ginocchia, ma per me non era un problema. Entrai con forza dentro di lei e sentii che il mio cazzo si bagnò della sua pioggia dorata, “Non ti fa schifo?”, chiese ella anche per distrarsi leggermente dalla mia azione, che era partita vigorosa. “Per niente. Anzi, mi eccita”. “A me non molto, ma se ti suscita questa reazione non c'è nessun prblema!” rispose ella, senza che nessuno avesse chiesto il suo parere. Si appoggiò all'indietro con le mani e sollevò le cosce per agevolarmi. Io le presi le caviglie e le tenni sollevate le gambe. Non indossava più nemmeno la camicetta ed anche il reggiseno era volato via. Le sue tettine sballonzolavano ad ogni colpo che le assestavo. Non volli venire subito e tenni duro. Dalla scrivania ci trasferimmo ad un divanetto blu in pelle che c'era in un angolo. Io mi sistemai seduto ed ella si voltò di fatto dandomi la schiena e si accovacciò su di me. “Questa dove l'hai vista?”, ...