La disperazione del mister p.2
Data: 28/05/2019,
Categorie:
Sentimentali
Autore: Lucido De Lirio
... repulsione all’idea. Non ci ho mai provato, ma probabilmente avendo l’occasione non mi tirerei indietro. Sei contento? - ma dai. Contento di che? Per me non fa differenza. Ero solo curioso. - contento che io mi senta in dovere di confessarti anche la mia sessualità più intima, i miei segreti. Passeggiammo fino a casa mia, era abbastanza vicina. Già in ascensore si scatenò. Si sfilò il vestito in un attimo. Sotto non aveva assolutamente niente. Si avvinghiò e mi baciò infilandomi la lingua dentro la bocca. Calai la testa e le presi in bocca un capezzolo che succhiai avidamente. Con la mano ero sceso ad esplorarle il sesso. Trasalii toccando un oggetto metallico. L’avevo dimenticato. Glielo stuzzicai con due dita che poi infilai dentro. Era fradicia. Ma quanto dura una corsa in ascensore? In realtà eravamo giunti al piano da parecchio ed eravamo fermi con le porte aperte ma non ce n’eravamo accorti. - ascensore! Una voce reclamava da un altro piano l’ascensore che noi stavamo bloccando. Ridendo scappammo fuori e aprii la porta di casa. Corse dentro nuda com’era, scalciò via gli anfibi e, non conoscendola, corse di qua e di là finché trovò il letto e ci volò sopra. Io ci misi più tempo, pur conoscendo la casa, perché incespicai goffamente sfilandomi i pantaloni. La trovai stesa a gambe e braccia aperte. - prendimi! Finalmente sarò tua. Scopammo furiosamente, senza preliminari, tanto eravamo carichi. Godemmo entrambi ma senza scalfire minimamente la nostra fame. Riprendemmo a ...
... stuzzicarci con baci, carezze, dita e lingue e andammo avanti tutta la notte. Al mattino mi alzai e la vidi girare nuda per casa. - scusa, ti ricordi per caso dove ho buttato il vestito ieri sera? Risi di gusto. - certo: in ascensore! Vado a vedere, ma ci spero poco. Infatti tornai a mani vuote. Ci ridemmo su. - mi dai qualcosa di tuo da mettere? - scusa ma non eri tu la svergognata che si è denudata per prima nello spogliatoio? - certo, mica te lo chiedo per pudore … è che voglio addosso qualcosa di tuo. Le diedi una t-shirt. Furono tre settimane di un rapporto feroce. Elisa mi prese con una prepotenza che raramente avevo subito. Abituato a essere io, l’uomo adulto, a dominare le ragazze, sperimentai con lei il rapporto verso un carattere altrettanto forte e deciso. Poi mi lasciò. Improvvisamente. Inspiegabilmente. Definitivamente. Senza dirmi niente. Se ne andò con un ubriacone passato col rosso mentre lei attraversava. No, Elisa. Questo non va bene. Non dovevi farmelo. Senza permesso no! Del tuo corpo fai quello che vuoi, ma questo NO! Mi maledico per averti detto di sì quella sera. Forse avrei fatto meglio a dire: solo la cena, amici e stop. Forse a dirti: solo stanotte, poi arrivederci e grazie. Forse mi avresti odiato, forse avresti pianto, mi avresti maledetto, ma forse saresti viva. Sei stata la mia disperazione, te l’ho sempre detto. E ora che non ci sei più, sei la disperazione più nera. No, Elisa. NO, ELISA! NOOOOOOOO, ELISAAAAAAAA! Non volli andare al funerale. ...