1. La ragazza di mio figlio


    Data: 30/05/2019, Categorie: Prime Esperienze Autore: ssbbw69

    ... alzò e, quando fu certa di avere addosso tutti gli sguardi, annunciò che sarebbe salita in camera a farsi una doccia.
    
    Io mi tuffai in piscina e dopo qualche bracciata raggiunsi Veronica: “Tu non entri in acqua?”
    
    “Non nuoto benissimo e ho un po' paura. Nel punto più basso l'acqua è un metro e mezzo e io...sono alta solo un metro e cinquantacinque!”.
    
    Lo disse sorridendo e arricciando il naso. Era buffa e graziosa.
    
    “Entra e stammi vicino. Ti aiuto io. Non aver paura.”
    
    La vidi combattuta fra la paura dell'acqua e il desiderio di rinfrescare la pelle accaldata.
    
    “Non avere paura” le ripetei con convinzione.
    
    Vincendo i timori, si alzò, raggiunse la parte di piscina dove l'acqua era più bassa e si sedette sul bordo.
    
    Ero di fronte a lei, in acqua, e allargai le braccia: “Vieni.”
    
    Lei scivolò in acqua. Vidi i suoi occhi dilatarsi dalla paura quando l'acqua le arrivò al mento e calmarsi non appena le mie braccia presero a sostenerla sotto le ascelle.
    
    Le chiesi di appoggiare le mani sulle mie spalle e di lasciarsi galleggiare. Lei ubbidì e io mi staccai dal bordo piscina nuotando all'indietro. Era contenta e si vedeva: aveva un sorriso contagioso, metteva voglia di baciarle le labbra.
    
    Ci ritrovammo dalla parte opposta della piscina, in quasi tre metri di acqua. “Bello – disse Veronica irrigidendosi – però ora usciamo, va bene?”
    
    Ci avvicinammo alla scaletta: lei mise il piede sul primo piolo, ma perse l'equilibrio e cadde all'indietro con un piccolo ...
    ... grido. La strinsi e la tenni a galla: era sinceramente spaventata e, prima di lasciarla, attesi che si calmasse.
    
    “Tutto a posto, Veronica?”
    
    Lei annuì e riprese a salire. Il suo culo armonioso ondeggiava davanti ai miei occhi. Cazzo di nuovo duro. Dannazione. Quando la vidi fuori dalla piscina, sana e salva, mi rituffai all'indietro, dicendole che avrei fatto ancora un paio di bracciate. Lei si allontanò, ringraziandomi e sorridendo.
    
    “Vattene – pensavo io furiosamente – vattene o ti straccio di dosso quel costume e ti scopo su quel lettino.”
    
    Quando risalii in camera, evitai le effusioni di Katia e la allontanai senza troppa educazione. Poi mi infilai sotto la doccia. Venni ripensando alla morbidezza di quel corpo giovane che avevo tenuto fra le braccia anche se solo per pochi istanti.
    
    Dopo cena, i tre ragazzi annunciarono che sarebbero andati a una festa di paese poco lontano. Io non avevo voglia di uscire e Katia decise di rimanere a casa con me. Guardammo un film noioso in TV e poi salimmo in camera. Lei aveva voglia di scopare. Io anche, ma non con lei. La scopai senza troppe tenerezze e, malgrado le finte proteste, le presi anche il culo. Per tutto il tempo pensai di avere nel letto Veronica.
    
    Il mattino seguente venni svegliato dalla luce dell'alba che filtrava dalle persiane socchiuse.
    
    Katia dormiva al mio fianco, mostrandomi il suo magnifico culo sodo. Pensai che dovevo sbarazzarmi di quella lagna mortale. Ma come? Se le avessi detto che dovevo rientrare ...
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