La ragazza di mio figlio
Data: 30/05/2019,
Categorie:
Prime Esperienze
Autore: ssbbw69
... in città, mi si sarebbe attaccata alle costole per tutto il fine settimana. Dovevo far sì che fosse solo lei ad andarsene.
Io sarei rientrato domenica mattina, da solo, senza che lei lo venisse a sapere.
Quando si svegliò, le dissi che a mezzogiorno sarebbe arrivata la mia ex moglie. Aveva delle carte da farmi firmare, inventai, eravamo sull'orlo dell'ennesima causa e la situazione si sarebbe fatta sgradevole e pesante per tutti.
“Katia, amore, mi si stringe il cuore, credimi, ma devo chiederti di tornartene a casa. Giuro che farò di tutto per farmi perdonare.”
Lei protestò, ma alla fine, pur di farmi contento, accettò. Tempo un'ora e l'avevo già scodellata nella stazione più vicina.
Lei, povera cretina, era persin felice. Il fatto di essere stata alla villa e di aver conosciuto mio figlio l'aveva portata a pensare di avere messo un piede nella mia vita.
E non capiva di esserne appena uscita per sempre.
Quando rientrai, carico di pane, focacce fresche, brioches e latte, i ragazzi si erano appena alzati.
Spiegai che Katia era partita per un improvviso impegno in famiglia e nessuno fece domande.
La giornata trascorse tranquilla. Nel pomeriggio, Andrea e Marco decisero di andare fare la spesa e io rimasi in piscina con Veronica.
Al posto del castigato costume intero blu del giorno precedente, la ragazza indossava un costume verde, sempre intero, ma un po' più succinto.
Stesa al mio fianco, nel dormiveglia, Veronica pareva uscita da un dipinto di ...
... Renoir.
Non riuscivo a smettere di fissarle i seni, quando mi accorsi che si era svegliata e mi guardava.
“Ti stai scottando – dissi cercando di uscire dall'imbarazzo per essere stato scoperto a fissarla con evidente desiderio – forse dovresti metterti una protezione.”
Senza dire una parola, lei allungò un braccio, raccolse da terra un flacone e prese a cospargersi di crema solare: il viso, poi il collo, le spalle, i seni, le braccia, le gambe.
Ogni suo movimento sembrava un invito a toccarla.
Oppure era il mio cazzo duro che mi faceva vedere cose che esistevano solo nella mia fantasia.
Quel pomeriggio non volle entrare in piscina e io preferii non insistere: se l'avessi avuta ancora fra le braccia non avrei resistito dall'infilarle la lingua in bocca e una mano fra le cosce.
A cena, Veronica e Marco si produssero in spaghetti alle vongole e cozze allo zafferano. Stappammo tre bottiglie di prosecco e dopo cena Marco prese la chitarra per suonare un po' di blues.
Io osservavo Veronica e non capivo. In alcuni momenti sembrava una ragazzina timida e riservata, in altri leggevo in lei atteggiamenti tesi inequivocabilmente ad eccitarmi. Poteva essere il modo di chinarsi in avanti scoprendo la scollatura mentre sapeva che la stavo guardando oppure di strusciarsi addosso a me passandomi accanto.
Santa o puttana?
Mi diedi del maschilista da solo. D'altronde, mi dissi, se era disposta a fingere un fidanzamento, non sarebbe stata disposta anche a tentare ...