1. La ragazza di mio figlio


    Data: 30/05/2019, Categorie: Prime Esperienze Autore: ssbbw69

    ... di sedurre un uomo adulto, ai suoi occhi ricco e potente?
    
    Avevo cinquant'anni e ne dimostravo tranquillamente dieci di meno. Avevo due lauree, un curriculum prestigioso e guadagnavo cinquecentomila euro all'anno. Fattore non da poco nell'attrazione che esercitavo verso il gentil sesso.
    
    Lo sapevo e ne approfittavo. Abbondantemente.
    
    Mi coricai presto e, dopo aver dedicato una ricca sega al pensiero del culo di Veronica, promisi a me stesso che il mattino dopo sarei ripartito.
    
    Invece mi svegliai verso le 3 del mattino e decisi di scendere in cucina per fumare e bere un po' d'acqua.
    
    Scesi al piano di sotto e, senza accendere la luce, sfruttando solo il chiarore della luna, raggiunsi la cucina. Mi versai un bicchiere di acqua e mi accesi una sigaretta.
    
    Mi preparai un gin e uscii: la notte era tiepida e profumata. Raggiunsi il dondolo e, con mia enorme sorpresa, ci trovai Veronica.
    
    Nel vedermi ebbe un piccolo sussulto, poi mi spiegò che di notte si addormentava sempre tardi.
    
    “Non svegli Andrea quando vai a dormire?” le chiesi.
    
    “Non dormiamo insieme. Lui dorme con Marco.”
    
    Fra di noi calò un silenzio che per me era imbarazzante.
    
    “Andrea mi rispetta” si premurò di aggiungere lei.
    
    Si stava prendendo gioco di me?
    
    La sentii accendersi una sigaretta e dall'aroma capii subito che non era semplice tabacco.
    
    “Maria” dissi.
    
    “Sì – rise lei – ma non fare la spia. Mia madre pensa che io nemmeno fumi.”
    
    “Un tiro per il mio silenzio.”
    
    Ridendo mi ...
    ... passò la canna e io contraccambiai con il gin.
    
    “Sono un pessimo educatore” sentenziai.
    
    Ridemmo ancora. Aveva una risata bella e pulita. Uno scroscio allegro di monetine.
    
    Mi voltai verso di lei e le presi la nuca. Mi avventai sulle sue labbra, invadendole la bocca con la mia lingua.
    
    Allungai una mano sul seno: faticavo a contenerlo. Aveva tette morbide e piene, deliziosamente pesanti. Infilai le dita sotto la maglietta e le afferrai il capezzolo. Era duro e pronto per essere succhiato.
    
    “Vieni da me, stanotte” le dissi.
    
    Lei fece uno scatto all'indietro, si alzò dal dondolo e senza aprire bocca sparì in casa.
    
    “Altra notte di seghe” ricordo che pensai.
    
    Il mattino dopo mi alzai di pessimo umore e la mia decisione di partire durò dalla doccia al momento del caffè. Ero già al secondo, quando Veronica mi raggiunse in cucina.
    
    Aveva un camicione lungo che le arrivava e mezza coscia. Era scalza e aveva i riccioli rossi scarmigliati.
    
    “Ascolta Veronica...ti chiedo scusa per questa notte e...”
    
    “Gin e maria: Fabrizio non hai mica più vent'anni!”
    
    La guardai: mi aspettavo un'aria furbetta e maliziosa e invece aveva uno sguardo sereno e sincero.
    
    Mi sentii un cretino e un porco. Più porco che cretino. Ma no: porco E cretino.
    
    “Parti stamattina allora?”
    
    “No” risposi. E non riuscii ad aggiungere altro.
    
    I tre giorni seguenti si succedettero tutti uguali: placidi, pigri e lenti.
    
    Nuotavamo, mangiavamo, uscivamo a fare qualche giro in auto lungo la costa ...
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