1. Il ricatto 2


    Data: 19/10/2017, Categorie: Gay / Bisex Autore: nh-paul, Fonte: Annunci69

    ... Michele poteva spaventarsi e allora sarebbe stati guai.
    
    “Vieni con me” ordinò.
    
    Michele lo seguì ubbidiente.
    
    Provava un misto di paura e di eccitazione che lo faceva tremare. Rabbrividì. La pelle gli si increspò. Nella fresca penombra della casa, dove tutte le persiane erano chiuse e c’era una temperatura che contrastava con il caldo torrido del ballatoio, cominciò a tremare, senza più riuscire a controllarsi.
    
    Corrado lo portò nella sua camera e chiuse la porta. Ancora penombra, ma qua faceva più caldo. Smise quasi di tremare e si sentì consolato dal vedere il letto, una sedia, la piccola scrivania su cui Corrado studiava, l’armadio che riempiva tutta una parete. Fra quegli oggetti che erano in tutto uguali a quelli che c’erano in casa sua, non poteva accadergli nulla e Corrado non gli avrebbe fatto troppo male.
    
    “Lo sai che siamo soli? I miei genitori sono fuori città e per tutta questa settimana io sto solo. Vado a mangiare da mia zia, ma poi me ne torno a casa.”
    
    “E stai sempre da solo?”
    
    “Si.”
    
    Andò a sedersi sul letto: “Vieni qua.”
    
    Il ragazzino gli si avvicinò, ancora un po’ tremante.
    
    “Hai paura?”
    
    “No… è che io non so…”
    
    “Vieni” gli disse quasi con dolcezza e l’attirò a sé, prendendolo delicatamente per un braccio “non avere paura.”
    
    Ne accompagnò i movimenti, fino a farlo piegare e appoggiandoselo con la pancia sulle gambe. Michele si fece guidare docilmente. Teneva gli occhi chiusi ed era concentratissimo, perché sentiva che il momento ...
    ... temuto ed atteso era arrivato. L’eccitazione gli stava crescendo e l’uccello gli pulsava come se stesse per esplodere.
    
    “Ti ho fatto male stamattina?”
    
    “Un poco” disse piano, con la bocca che gli si era seccata per l’emozione. Timoroso che qualunque risposta potesse non essere quella giusta. Che Corrado s’arrabbiasse e gli facesse male, o che, peggio, decidesse di lasciarlo andare, interrompendo quello che stava facendo.
    
    “Però credo che tu ne meriti ancora” disse invece “Hai l’uccello duro un’altra volta. Non è vero?”
    
    “Si” e arrossì, più per quello che pensava che per ciò che gli stava accadendo. Perché sentiva l’uccello di Corrado con la pancia. Quando si era chinato aveva fatto in modo di finirci sopra e ora ce l’aveva sotto e lo sentiva duro.
    
    Quando gli arrivò la prima sculacciata, quasi non provò dolore, poi Corrado rese i colpi un po’ più forti e il culo cominciò a fargli male. Ma aveva ancora i pantaloncini e gli slip e poteva resistere. Quello che invece pareva più difficile, era di non bagnarsi di sborra le mutande. Ma Corrado l’aiutò, perché improvvisamente smise.
    
    “Alzati. Fammi vedere!”
    
    Lui eseguì e Corrado lo fece voltare. Portava gli stessi pantaloncini della mattina e Corrado glieli abbassò tirandoli da sotto con le due mani, lo stesso fece con le mutande. Gli posò la mano sulla spalle e lo fece inchinare. Lo tastò più volte, aprendogli e chiudendogli il culo.
    
    “Te ne posso dare ancora. Vieni!”
    
    Si risedette al letto e Michele ubbidiente gli ...
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