1. Il ricatto 2


    Data: 19/10/2017, Categorie: Gay / Bisex Autore: nh-paul, Fonte: Annunci69

    ... tornò sulle ginocchia. Stavolta a culo nudo.
    
    “Sei pronto?”
    
    “Si” disse, meno convinto di prima. Aveva l’uccello schiacciato sulle gambe nude di Corrado, ma non ci pensava quasi più.
    
    Alla prima sculacciata gridò, perché gli fece male. Poi Corrado lo colpì meno forte e più lenta-mente. Ma continuò finché il culo non divenne rosso.
    
    Si fermò quando sentì che lui stava per piangere.
    
    “Non te ne do più?”
    
    Michele ebbe un singulto di pianto: ad ogni colpo aveva sentito sempre più il culo andargli in fiamme, ma poi quella sensazione di dolore si trasmetteva nel corpo e finiva nell’uccello che strusciava sulle gambe di Corrado. Ora però non ne poteva più di quel dolore. Ma insieme voleva che continuasse, che non finisse.
    
    Non rispose subito. Si mosse un po’ ancora, strusciandosi sulle gambe di Corrado. Si morse le labbra per non piangere, poi riuscì a parlare:
    
    “No… basta, per favore” bisbigliò.
    
    “Ti fa male?”
    
    “Si.”
    
    “Vieni, stenditi sul letto.”
    
    Michele corse a mettersi a pancia sotto, il culo rosso esposto, l’uccello duro sulle lenzuola fresche. Affondò la faccia nel cuscino e sentì le mani di Corrado accarezzargli le natiche e scendere sulle gambe. Per risalire poi con i pollici e infilarsi nel solco, aprirgli lentamente il culo. Quell’ultimo movimento fu fatale.
    
    “No!” gridò improvvisamente e si voltò piegandosi su se stesso. Stava sborrando. E davanti a Corrado che lo guardava rapito.
    
    Ma a lui parve che lo stesse osservando accigliato, anzi ...
    ... infuriato e allora si affrettò a piangere. Perché non vide altra soluzione che sciogliersi in lacrime. Se davvero stava facendo una penitenza e poi sborrava, per giunta sporcando di sperma il letto di Corrado, allora non aveva che da vergognarsi.
    
    “Mi dispiace…” farfugliò fra le lacrime “Non mi sculacciare ancora, però. Non oggi per favore. Tornerò domani. Va bene? E mi farai quello che vorrai. Va bene? Per favore.”
    
    Corrado non credeva alle proprie orecchie: il pomeriggio successivo sarebbe stato ancora più interessante, ma per quel giorno aveva voglia di divertirsi ancora, visto che non era ancora venuto, nemmeno una volta.
    
    “D’accordo, vuol dire che domani riprenderemo da dove abbiamo lasciato. Ma non protesterai per nulla. Ti farai fare qualunque cosa. Va bene?”
    
    “Si” bisbigliò, contento che si parlasse di domani. Non più di oggi. Domani quello che voleva fargli, ma domani “Vieni a sederti sulle ginocchia” disse burbero Corrado.
    
    Lui, che era sul letto, piegato su se stesso e aveva ancora gli occhi pieni di lacrime, si alzò subito e sedendosi s’appoggiò sul cazzo duro di Corrado.
    
    L’uccello ancora bagnato dalla sborra di poco prima, dette quasi segno di riprendersi.
    
    Corrado l’accarezzò sul petto e fece scendere le mani fino al grembo. Sparse la sborra facendola seccare sulla pancia, poi gli prese l’uccello e lo scappellò, tirando indietro la pelle:
    
    “Ti fa male?”
    
    “Un poco.”
    
    Tirò ancora e a Michele sfuggì un gemito, anche se quel movimento glielo stava ...
«1234...»