1. Il viaggio - parte prima


    Data: 06/06/2019, Categorie: Gay / Bisex Autore: corsaro200, Fonte: Annunci69

    ... mio cervello “odore e sapore di sperma”. Rientrato in macchina spero tanto che gli altri non sentono quell’odore. In vista non c’era più niente, solo la pelle del collo mi tira un po’.
    
    Come quando ne hai fatta una grossa e ti è piaciuta tanto, ma proprio tanto e non sei stato scoperto, mi sento gongolare, felice come una Pasqua. Per fortuna in macchina c’è ancora abbastanza buio, mia sorella dorme e nessuno mi ha guardato bene in viso perché si sarebbe subito accorto del mio stato d’animo.
    
    Se potessi mi farei subito un segone, anche se ho sborrato da poco il mio cazzo è duro come la pietra e per la prima volta in vita mia mi sorprendo a pensare al mio buco del culo. Immagino proprio lì la pressione del cazzo dell’uomo e ne sento reale, ma proprio reale la penetrazione. In quello preciso istante mi accartoccio su me stesso, sto sborrando e non mi sono proprio toccato. Subito dopo mi addormento e vengo svegliato alla sosta successiva da una scrollata di mia sorella.
    
    È pieno giorno, chiedo dove ci troviamo, Marche non ancora Ancona. Non mi lascio incastrare dalle pisciate o altri bisogni di Bob, dico ad alta voce che se voglio qualcosa me lo compro da me e mi dirigo speditamente ai cessi, i miei compagni di viaggio non si sono neanche ancora stiracchiati. Voglio vedere, accertarmi che non si veda niente di quello che mi è accaduto qualche ora prima, la sborrata spontanea che mi ha imbrattato mutande e forse altro.
    
    Cerco subito la toilette, una cabina ha la porta ...
    ... aperta e vi entro. Mi slaccio la cintura, abbasso la lampo e faccio scendere i pantaloni a mezza coscia. Le mutande sembrano, nella parte in cui c’è stata la fuoriuscita di sperma, rigide come una carta pesta e sono attaccate alla pelle e ai peli del pube. I pantaloni da fuori sono puliti, da dentro c’è qualche chiazza bianca ma non si vede niente. Mi stacco di dosso le mutande, piscio, mi risistemo i pantaloni e esco.
    
    Agli orinatoi ci sono tre o quattro maschi e ce ne sono alcuni liberi. Per non dare nell’occhio non passo dalla cabina all’orinatoio ma esco fuori, faccio finta di allacciarmi meglio la stringa di una scarpa e poi rientro. La situazione agli orinatoi non è cambiata nel numero ma tranne uno gli altri non sono gli stessi di prima. Con il cuore che mi batte a mille mi avvicino a un orinatoio pur sapendo che non devo pisciare. Non ho ancora tirato fuori l’uccello che spostatosi come un fulmine mi vedo affianco lo stesso uomo che è stato all’orinatoio per tutto il tempo. Istintivamente mi avvicino il più possibile per non dargli modo di vedermi l’uccello ma subito dopo me ne allontano di un buon palmo e con molta lentezza infilo la mano dentro e faccio prendere aria al mio cazzo che con tutti i pensieri che mi frullano nella mente ha ricevuto precisi stimoli e sta riprendendo baldanza nonostante la doppia sborrata.
    
    La faccia di quell’uomo mi si imprime nella mente come la faccia del vizio, gli occhi sono due raggi di fuoco che mi fissano intensamente e subito dopo ...