La commessa puttana
Data: 10/06/2019,
Categorie:
Sesso di Gruppo
Autore: goldenboy_10
... commessa"
Non finisce la frase e alle mie spalle sento una voce:
"Ci sono io, mi chiamo Giulia, spero possa andarti bene e esserti utile".
Mi volto e rimango folgorato dalla visione. Una cosa mai vista, la ammiro in tutta la sua bellezza. Il sorriso accecante, una sensualità da brivido, il rossetto acceso. Forme perfette e procaci.
"Piacere Giacomo", dico timidamente," ben trovata, buon lavoro".
Mi agito le chiedo di prendermi un paio di calzoni in vetrina. Mentre mi porta ad indicarli mi cammina davanti sculettando provocatoriamente. Non riesco a staccare gli occhi da quelle forme che la mia mente ha già fatto proprie.Impazzisco alla visione di quel culo.
Li prende e mi fa:" vieni, dammi del tu. Andiamo nello spazio la in fondo starai più comodo".
"Va bene Giulia ti seguo".
Entro nel camerino per misurarli con l'occhio voltato indietro per veder se c’è ancora. Esco indossandoli e le chiedo un parere: "Ti stanno bene Giacomo mi dice con tono sensuale, solo che tirano un po' qui" e mi passa la mano vellutata su tutta la coscia. Sudo.
Ti chini per prendermi la misura dell'orlo facendo in modo che la tua bocca sia in corrispondenza della patta e in modo che io possa sbirciare la tua scollatura. Mi accorgo di non aver chiuso la lampo e tu mi fai: "ci penso io all'inizio può essere difettosa". Non contengo l'eccitazione. Allora tu con quel sorriso malizioso aggiungi: "forse una misura più grande sarebbe meglio, però è un peccato chiudere la lampo e ...
... non lasciarlo libero di esprimersi".
Non reggo più. Ti spingo nel camerino chiudendo la porta. E' stretto ma facilita il nostro volere stare appiccicati l'un l'altro legati dalla passione.
Quella chiusura aperta ti snellisce le operazioni. Me lo prendi e inizi a leccarlo con la punta della lingua, alternando movimenti circolari sulla mia cappella che mi mandano in estasi. Lo ciucci avidamente facendo in modo che aderisca alla tua bocca divina. Ho il primo furente orgasmo. Ti metto spalle al muro sullo sgabello e ti penetro nella tua passera ormai umida, solleticando il tuo clitoride.
Ci ricomponiamo trafelati. Usciamo dal camerino, io sconvolto con le gambe tremanti, tu con quello sguardo che sembra dirmi, per me è stato tutto naturale.
Vado in cassa per pagare quel paio di calzoni dei quali non ricordo il colore ne l'utilità.
Il Sig. Sergio mi dice: spero sia stata brava, sai è ancora un po' timida deve prendere confidenza. Mi volto e l'espressione maliziosa e complice del tuo volto non la scorderò più.
Esco. Alcuni passi sul marciapiede........ Torno indietro, rientro e chiedo se ho lasciato il telefono.
"Eccolo era rimasto nel camerino", e me lo poni con un gesto malizioso.
Uscito di nuovo vedo lampeggiare l’icona dei messaggi: “ Per me è stato solo l’antipasto, passami a prendere stasera, facciamo a casa tua. Le mutande le lascio al negozio. Giulia. “.
Che cazzo mi deve capitare, penso. Digito sul touch ok passo alle 20.00 al negozio.
Vado a ...