1. Rapporti condominiali -1


    Data: 13/06/2019, Categorie: Gay / Bisex Autore: adad

    Abitavo in quel caseggiato da un paio d’anni e alcune conoscenze le avevo fatte, ma erano conoscenze da buongiorno e buonasera sulle scale, tutt’al più qualche osservazione sul tempo o sui problemi condominiali. Amicizie reali, come in tutti i grossi condomini, era difficile farne… non parliamo poi di “quel” tipo di amicizia: neanche a sognarsela!
    
    La gran parte degli inquilini, condomini o affittuari che fossero, erano persone di una certa età e quindi al di là di ogni tentazione, parlo della popolazione maschile, ovvio, per la quale confesso di avere una certa predilezione. Ad essere sinceri, però, c’erano anche dei giovani mariti, dotati di notevoli qualità, come pure dei giovani figli di anziane coppie, pur’essi dotati di notevoli qualità, oltre che della fresca avvenenza della gioventù, ma tutti con mogli o fidanzate al seguito e quindi lontani anni luce da qualsiasi possibilità di approccio… o almeno così credevo.
    
    Con un paio di giovani mariti, comunque, che stimolavano particolarmente le mie libidinose fantasie, mi ero premurato di sfoderare un sorriso particolarmente caloroso per accompagnare il buongiorno sulle scale: “buongiorno” che si era trasformato presto in un cordiale “salve” e quindi in un cameratesco “ciao, come va?”
    
    Domanda idiota, d’accordo, ma da qualche parte bisogna pur cominciare per far breccia nel muro dell’indifferenza: non potevo mica andar lì e dirgli papale papale: “Ehilà, ma lo sai che ti farei volentieri una pompa?” Quanto meno, non ...
    ... sarebbe stato elegante, per non parlare del vaffanculo, stronzo che avrei potuto facilmente rimediare, se non di peggio!
    
    Sapevano di me? Non lo so, ma vedendo un uomo di mezz’età vivere da solo, senza mai l’ombra di una donna fra i piedi, a meno che non venissero tutti dal deserto dei tartari, presumo che qualcosa sospettassero. Ma la cosa mi lasciava del tutto indifferente.
    
    Uno di questi giovani mariti era Andrea, un frittolone moro, ricciuto, che abitava qualche piano sopra di me, con moglie e figli a carico. Aveva fra i trentacinque e i quarant’anni, un bel viso aperto e pronto al sorriso, un’aria simpatica e un fisico tonico, per quanto si poteva notare di lui, sotto i vestiti abbastanza sformati che indossava di solito.
    
    Non era bellissimo, ma io lo trovavo terribilmente seducente e già solo incrociarlo sulle scale mi dava delle incredibili sensazioni di voluttà, vale a dire un formicolio alle palle e un senso di languore al buco del culo. Quando ci incontravamo da qualche parte, era sempre un caldo sorriso ad accompagnare il nostro reciproco ciao; e non mancavano le volte in cui, dopo qualche secondo che ci eravamo incrociati, mi ricordavo all’improvviso di dover tornare indietro a prendere qualcosa, per il solo gusto di godermi la visione del suo culo polposo, mentre lo seguivo a qualche metro di distanza.
    
    Una mattina piuttosto fredda di dicembre, dovetti scendere in cantina a portare delle robe vecchie, che avevo tolto dalla circolazione. Mi intabarrai con un ...
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