Rapporti condominiali -1
Data: 13/06/2019,
Categorie:
Gay / Bisex
Autore: adad
... maglione e scesi nel sotterraneo gelido. Uscendo dal mio box, vidi più in là Andrea che stava entrando nel suo: indossava una maglietta con le maniche corte e dei pantaloni sformati di felpa grigia.
Ora, se c’è una cosa che mi fa schizzare l’ormone alle stelle è vedere un maschio piacente con addosso dei pantaloni sformati di felpa grigia! Non so che razza di associazioni psico-erotiche mi si formano in testa e non mi interessa saperlo, ma dire che mi sento un groppo allo stomaco e che una girandola di nebbia mi offusca la vista non rende propriamente l’idea.
La prima cosa che mi viene in mente è: porterà le mutande, sotto?, e il pensiero che possa non indossarle, che il cazzo gli ciondoli scioltamente sotto quei pantaloni sformati mi dà a dir poco le vertigini.
Andrea sentì il rumore della mia chiave e si voltò. Ci salutammo con un ciao, accompagnato dal solito radioso sorriso e mi avvicinai col cuore che mi martellava.
“Ascolta, - gli dissi, cercando di caricare la mia voce del tono più scherzoso possibile – va bene che sei giovane – stavo per aggiungere e bello, ma riuscii a correggermi in tempo – e forte, ma non ti sembra di esagerare un po’?”, alludendo alla sua tenuta pressoché estiva.
“Che ti devo dire? – rispose lui – lo sai che su ho un caldo del diavolo!”
Mentre noi comuni mortali, infatti, ci lamentavamo spesso con l’amministratore di non avere abbastanza caldo negli appartamenti, lui si lamentava di averne troppo nel suo, al punto da dover ...
... tenere spesso le finestre aperte anche in pieno inverno.
“Ma non è per caso che sei tu perennemente in calore?”, mi scappò, calcando forse un po’ troppo il tu.
“Mettiamola pure così!”, scoppiò a ridere lui.
“Questo è un vero problema, allora.”, risi a mia volta.
Poi, francamente, non saprei dire con esattezza cosa sia successo, ci sono dei blackout nella mia memoria, e credo che sia capitato ad ognuno di noi di non aver consapevolezza di cosa sia avvenuto in certi momenti di particolare intensità emotiva. Ricordo che di punto in bianco mi ritrovai all’interno del suo box e lo stavo fissando negli occhi, seriamente stavolta, mentre lui chiudeva la porta di lamiera. Quindi si avvicinò a me e sentii il suo odore, un odore misto di tabacco e di colonia. Vidi la mia destra allungarsi al suo inguine… stringere il cotone morbido dei pantaloni… Ricordo che sentii l’involto del suo pacco: porta le mutande, pensai.
Andrea non disse niente; da questo momento i miei ricordi si fanno più chiari: proseguii la mia esplorazione, fino a individuare l’uccello che mi parve consistente.
Lo palpai con più insistenza: ancora nessuna reazione da parte sua, che continuava a fissarmi con un’espressione intenta sul volto, le braccia penzolanti sui fianchi e il respiro leggermente più pesante.
Allora, senza neanche chiedermi cosa stessi facendo, mi inginocchiai sul pavimento sudicio, gli afferrai i pantaloni per l’elastico della cintura e glieli calai lentamente fino a mezza coscia. ...