pipì (ed altro) confidenze dal web 4
Data: 16/06/2019,
Categorie:
Altro,
Autore: robertino48
... grazie alle notti brave e all'alcool avevo scombussolato tutto il mio ritmo circadiano, impedendo al mio intestino di liberarsi come ama fare. E quando ha deciso di ritrovare la naturale regolarità? Esatto, proprio quel pomeriggio in cui eravamo su quella spiaggia deserta ed isolata. Stavo *serrando i ranghi* meglio che potevo, se mi passate il termine. Ed avevo passato tutto il pomeriggio ad ignorare il problema montante, che di colpo era divenuto insostenibile. Giusto per essere sicura che abbiate capito: ero con amici in spiaggia, lontani almeno un quarto d'ora dal bagno più vicino, e la mia pancia aveva unilateralmente deciso di terminare la rigida stagione della stitichezza e di dare il benvenuto alla stagione dell'abbondanza. in altre parole, tutto ad un tratto, mi stavo cagando addosso. Con la fronte improvvisamente imperlata di freddo sudore, l'attenzione al finale dell'asta per la nuova partita che va a ramengo, provo a concentrarmi ed esaminare le opzioni. Prima fondamentale questione: NESSUNO deve sapere! Non sono particolarmente raffinata come ragazza, n é ci tengo, ma sono convinta che amici ed astanti mi avrebbero vista con occhi diversi se avessero scoperto cosa bolliva in pentola. Penso che la maggioranza dei maschi non voglia credere che le fanciulle facciano la cacca. Quindi starò zitta. Seconda questione: dove trovare l'agognata libertà? Considerando che siamo arrivati con auto, scooter e bicicletta, che il paesello più vicino è appunto ad un quarto ...
... d'ora (in auto), l'opzione di trovare un vero bagno, seppur considerata preferibile, viene scartata quasi subito. Davvero, era come avere un missile sulla rampa di lancio, e tenerlo legato a terra con corda e picchetti, sapendo che quando il conto alla rovescia arriverà a zero non ci sarà corda che tenga. Mi guardo attorno, e rimpiango l'assenza di foreste, alti scogli, o quantomeno un cespuglio. Niente. Devo provare ad allontanarmi di più, a raggiungere una specie di catasta di scogli più in là, perché a 200 metri da dove mi trovo non v'è nulla dietro cui nascondermi. L'ipotesi di infilarmi in mare non l'ho proprio considerata, perché temevo che dopo due bracciate sarebbe accaduto l'irreparabile, pienamente in vista di tutti. Terza ed ultima questione: come pulirmi? Sì, nonostante tutto ci pensai. E qui le opzioni erano solo due: o mi portavo dietro borsetta/fazzoletti, con il rischio che divenisse evidente la mia urgenza, o mi fiondavo in mare subito dopo, magari lontano dagli occhi altrui. Propendetti per la seconda. Bene, era giunto il momento di alzarmi. Avevo i brividi, ero paralizzata dalla paura che sfuggisse qualcosa, chessò, aria, o che qualcuno se ne accorgesse. Posai le carte e la birra, dissi che andavo a fare una telefonata privata (che scusa fenomenale!), presi il cellulare e mi alzai, delicatamente. Ero in uno stato mentale molto confusionale, sentivo i muscoli deboli e la lingua secca. Davvero, non avrei mai pensato, fino a quel giorno, di potermi ridurre in un ...