1. Giochi di societa' (la versione di yoko) (3/3)


    Data: 19/06/2019, Categorie: Prime Esperienze Autore: suntopless

    ... impazzire, fargli credere che avevo riservato lo stesso trattamento a tutti. Mentre gli succhiavo il cazzo per un attimo smisi e mi fiondai con la lingua sulla sua punta. Assaporai quelle piccole gocce di sperma che erano lì come un’anteprima di quel che di lì a non molto sarebbe potuto fuoriuscire. Ricominciai a spompinarlo ma dopo non molto mi fermai.
    
    Nonostante lo avessi riconosciuto volevo andare fino in fondo, volevo che sapesse che avevo messo in bocca i cazzi di tutti quella sera!
    
    Presi in mano il quarto cazzo e gli dedicai le stesse cure che avevo dedicato agli altri.
    
    Confesso che oltre che eccitata, mi ero proprio scaldata, adesso il gioco mi stava appassionando! Ci fossero stati altri cento cazzi li avrei messi tutti in bocca!
    
    Alla fine a quest’ultimo cazzo mi dedicai con più passione che agli altri, proprio perché era l’ultimo. E forse anche perché era quello che mi stava piacendo di più, soprattutto per il sapore!
    
    Dovevo smettere ma mi venne un’ultima idea.
    
    Finsi di non avere ancora individuato John e tornai leggermente indietro.
    
    Adesso avevo nella sinistra il cazzo di John e continuavo a tenere con la destra quello che avevo spompinato per ultimo.
    
    Ricominciai con tutti e due, contemporaneamente!
    
    Un poco a sinistra, un poco a destra!
    
    Mentre avevo in bocca uno dei due cazzi continuavo a masturbare l’altro!
    
    Mi resi conto che stavo veramente esagerando, sentivo i due cazzi essere giunti quasi al limite.
    
    Smisi tenendoli ancora ...
    ... in mano.
    
    “Questo è il cazzo di quel porco di mio marito!” dissi con calma lasciando quello che mi era piaciuto e tenendo soltanto quello di John e scandendo le parole seppure con la bocca ancora piena di saliva mista a gocce del loro sperma.
    
    Adesso mi aveva sicuramente riconosciuta!
    
    Anche perché Vincenzo disse che avevo indicato correttamente.
    
    Venni riaccompagnata al mio posto e restai in attesa che Chiara, ultima giocatrice, portasse a termine la serata.
    
    Chiara a differenza di tutte noi cominciò a parlare sin da subito.
    
    Evidentemente, lo si capiva dai rumori che sentivo provenire, stava spompinando anche lei di brutto tutti quanti.
    
    Ma al contempo parlava. A tratti interrompeva il suo lavoro e parlava.
    
    Cominciò a parlare della differenza tra la facilità, o presunta tale, con la quale gli uomini potevano riconoscerci per la forma delle nostre tette in quanto le teniamo in un modo o nell’altro sempre piuttosto visibili, alla vista specie di quei depravati come John e tanti altri uomini come lui, e la difficoltà invece della nostra impresa.
    
    Per noi, spiegò, era certamente più difficile individuarli dal loro cazzo perché in realtà gli uomini normalmente lo tengono ben chiuso nei loro pantaloni. E’ difficile immaginare la forma di un cazzo sempre nascosto dentro slip e pantaloni!
    
    A meno che non si avesse avuto la possibilità di un contatto diretto.
    
    Non capii subito.
    
    Nonostante quello che aveva appena detto però Chiara stupì tutti, me compresa, ...