1. Lo stupro dei pescivendoli


    Data: 19/06/2019, Categorie: Prime Esperienze Autore: Abidibbi

    Il signore in grigio, impiegato comunale. Va al lavoro col suo carico di dolore grigio. Sa che, verso le 11, la moglie lo tradirà, forse nel suo letto, col barista di fronte, un aitante e palestrato quarantenne, con aria gay, che lo saluta con rispetto ipocrita quando passa a prendere il consueto caffè e vorrebbe che fossero almeno amici, visto che lui fotte la sua donna, ma l'altro rimane freddo. Mentre scende le scale ripensa a che ora lo farà, sa che lo farà quasi certamente nel suo letto, sa che non deve parlarne, sa che il figlio deride i valori nei quali egli crede di credere, sa che le sue parole sono buone solo con qualche amico alle soglie come lui della pensione, a commentare le partite e la virilità dei giocatori. Sa che il suo stipendio è tutto quello che interessa la moglie, in piena discesa nell’abisso della donna che sente sfuggirgli la vita e vuole godere il più possibile prima di fare le ragnatele alla fica. Sa che essa pretende, con le buone o le cattive, che siano rispettare certe apparenze di normalità, all’ombra delle quali fare le sue piccole trasgressioni, iniziate assieme ma dalla quale ad un certo punto lei lo ha estromesso, anche come cuckhold. Sa che l’espressione della sua gelosia, ultimo residuo di un amore ormai in cenere, viene punita duramente dalla moglie al solo sospetto, quando trova tracce di sperma, di sangue, di merda o di altro, non sa di chi. Pensa che la realtà della sua vita è divenuta tanto noiosa che non sa più che vive a fare, ...
    ... mentre è sulla via del ritorno, dopo una giornata grigia, con largo anticipo sulla fine dell'orario.
    
    Il suo lavoro consiste nel redigere un rapporto mensile sulle cervellotiche disposizioni impartite dai dirigenti per regolamentare uscite ed entrate del personale, degne di una commedia kafkiana e, si sospetta, volutamente inapplicabili. Dovrebbe cronometrare i tempi di spostamento fra le diverse sedi, disporre telecamere, verificare il funzionamento degli apparati di controllo, spesso messi fuori uso da una chewing gum o qualche biglietto dell’autobus piegato e infilato a forza nella fessura del segnatempo. E’, insomma, una specie di ispettore. E’ lui che, sulla carta, dovrebbe garantire il funzionamento dei marcatempo ai bar interni nelle sedi di viale Aldo Moro 50 e 21; effettuare controlli casuali per verificare l’effettiva rispondenza fra timbrature e presenza al lavoro; stabilire i tempi massimi per gli spostamenti fra varie sedi; stampare i moduli che devono essere’ presentati, firmati dal dirigente, ad ogni uscita o ingresso; ritirarli e controllarli regolarmente; infine è il suo ufficio, costituito da lui e da due impiegate, che effettua il computo delle pause utilizzate e no, secondo un insieme bizantino di casuali, minuti, recuperi a a fine turno, causali che incidono sul montante annuo di 36 ore di permesso, e distribuisce i recuperi. Tutti gli testimoniano una amicizia sempre un po’ sopra le righe e gli sono grati di esercitare questo regime burocratico di ...
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