1. Una brutta avventura


    Data: 20/06/2019, Categorie: Gay / Bisex Autore: adad

    ... Poteva avere sui quindici/sedici anni, ma ne dimostrava di meno.
    
    Appena lo scorse, Rollo dilatò le narici e fu percorso da un fremito di lussuria; l’uccello gli venne immediatamente duro nelle mutande e cominciò a sbavare in maniera indecente.
    
    Sempre “giocando” sul suo tablet, Rollo lo seguì con lo sguardo di soppiatto: sarà stato sul metro e sessanta… visetto innocente… un bel fagottino davanti e… due deliziosi globi di dietro, notò quando quello gli passò davanti, che i jeans stazzonati mettevano in strabiliante risalto. Doveva giocare a calcio per essere messo così. Rollo si leccò le labbra asciutte: doveva farselo… doveva farselo a tutti i costi. Il ragazzo entrò nel gabinetto senza accorgersi di lui; il pedofilo aspettò qualche minuto poi, dopo essersi guardato attorno senza vedere nessuno nei paraggi, si alzò dalla panchina e si avvicinò all’ingresso con aria indolente.
    
    Entrò e si guardò attorno: il ragazzo non era da nessuna parte. Notò che uno dei box aveva la porta socchiusa: era lì, che stava facendo i suoi bisogni. Rollo si tirò fuori l’uccello in piena tensione e smanettandoselo lentamente si avvicinò alla porta del box in punta di piedi. Fece per sbirciare dentro…
    
    “Lo sapevo che eri un pedofilo!”, disse una voce alle sue spalle.
    
    Rollo fece un salto e l’uccello gli si afflosciò di colpo nella mano. Si girò di scatto, rosso in faccia e gli occhi sbarrati, e fissò il ragazzino uscito da chissà dove, che lo fissava con aria sfrontata.
    
    “Lo sapevo ...
    ... che eri un lurido pedofilo!”, ripetè il ragazzino, fissandogli spudoratamente l’uccello moscio che teneva ancora in mano.
    
    “Ma… che… che cazzo dici?”, balbettò Rollo, sentendosi la gola asciutta.
    
    “Che sei un maledetto pedofilo stupratore, ecco cosa dico! - fece l’altro - mi hai visto entrare, hai visto la preda facile e mi sei venuto dietro, pedofilo di merda!”
    
    “Taci… taci, disgraziato!”, quasi implorò Rollo, guardandosi attorno, quasi che qualcun altro potesse spuntare da qualche angolo segreto.
    
    “Sennò, eh? sennò che fai? Mi picchi? – riprese impunito il ragazzo – Ma guardati: sei ridicolo con quel cazzetto moscio in mano!”
    
    Rollo si rese conto solo allora dello spettacolo ridicolo che doveva effettivamente offrire e si affrettò a rimetterselo nei pantaloni.
    
    “Ecco, bravo, nascondilo quel bitorzolo, che non ci spaventi neanche le galline! E cos’è che ci volevi fare con quell’affare? Volevi violentarmi? Volevi stuprarmi?”
    
    Rollo lo fissava sconvolto, mai più si sarebbe aspettato di essere aggredito così da una sua potenziale vittima: con una mano si copriva stupidamente la patta, che non riusciva a chiudere perché nella frenesia del momento le mutande gli si erano impigliate nella zip; l’altra mano era protesa davanti, nel vano tentativo di zittire quel maledetto. Il quale invece continuava sfrontatamente a inveirgli contro:
    
    “Ti stai cagando sotto! Il pedofilo… lo stupratore… si sta cagando sotto!”
    
    Rollo era completamente paralizzato. Si rendeva conto da ...