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Fratelli per scelta
Data: 22/06/2019, Categorie: Gay / Bisex Autore: PercyShelley
... i suoi calzini usati. Addirittura una volta che era venuto a dormire da me, in un impeto di coraggio, li avevo fatti scivolare sotto il comodino per farglieli dimenticare: erano stati un valido motivo di svago, almeno finché non avevano perso il loro caratteristico odore. Ma questo odore che, adesso, steso sul divano, mi raggiungeva era molto più forte: avevamo camminato per locali tutta la sera, e sbrigativamente mi girai a pancia in giù per nascondere l'erezione visibile sotto i jeans. -Se te levi le scarpe sviene, altroché- buttai lì una battuta, che lui accolse con una risata. -Eh, le ho usate per allenarmi- si giustificò alzando pigramente una mano, con un'espressione schifata. -Ste' scarpe m'hanno massacrato i piedi- Mi si accese una lampadina in testa. -Vesciche?- -No ma me fanno malissimo, ste' scarpe costeranno na' cazzata- -Vabbè, ho capito va..- Un pò troppo frettolosamente mi alzai per sedermi accanto ai suoi piedi. Ne sollevai uno, reprimendo un brivido quando sentii la stoffa umidiccia, e iniziai a massaggiare la pianta con il pollice. -So' 50 euro eh.- -Si al cazzo.- Replicò lui scherzosamente, lanciando un sospiro. Continuai a massaggiargli la pianta , l'istinto di annusare che pulsava dolorosamente nel cervello. -Comunque niente, hai fatto buca stasera. Daje de pippe- Non era la prima volta che buttavo volutamente la discussione sulle seghe, e ogni volta ero felice nel ricevere descrizioni particolareggiate delle sue ...
... masturbazioni e del suo stato d'eccitazione: la risposta non mancò ad arrivare. -Matò. M'ha strusciato il culo addosso tutta la sera, l'hai vista? Je do de segone, altro che pippe. C'ho 'ncazzo de marmo- Era vero. Sotto l'orlo della camicia s'intraveda qualcosa. -Marmo..mo' non esagerà.- -Ah scemo, guarda che qui è tutto ferro.- -Seh, come no- Mi assestò un piccolo calcio sulla guancia, con il piede libero; una zaffata di sudore mi investì in pieno le narici, lasciandomi una traccia umida sulla pelle. [Attento che te parto.] minacciai in tono fintamente duro: uno dei nostri sport preferiti era picchiarci a vicenda, qualcosa che accoglievo come un modo per toccarlo il più possibile. [Te tajo la gola, deficente.] Ribattè lui, piegando il ginocchio per assestarmi un altro calcio e mettendosi sulla difensiva. [Provace, e te mando all'obitorio.] [Te faccio ingoia i calzini, coglione.] Gli afferrai la caviglia proprio mentre stava per darmi un'altra pedata in pieno viso, e ben presto dovetti bloccargli anche l'altra. Con un colpo di reni Alessio si mise in posizione eretta e liberò le caviglie con uno strattone, cercando di serrarmi un braccio intorno al collo e spingermi giù, con la testa contro il suo petto. Non feci resistenza: in realtà mi dimenai appena, per non dare l'impressione di cedere troppo facilmente, e anche quando mi ebbe bloccato finsi di cercare di liberarmi. -Se te faccio sentì i miei poi vedi che fine fai- Dissi sempre con quel tono minaccioso ...