1. Galeotta fu la cena


    Data: 23/06/2019, Categorie: Gay / Bisex Autore: Foro_Romano

    (Racconto n. 88)
    
    Li aveva conosciuti in chat. Lui, ventenne passivo, aveva messo un annuncio dove diceva di cercare uomini maturi per farsi scopare alla grande, perché gli piaceva essere dominato e di essere preso con la forza. Li voleva alti, massicci, muscolosi, pelosi e molto robusti. Questo era il suo desiderio ma, già da quando aveva messo l’annuncio, non ci sperava molto. L’uomo dei suoi desideri era una rarità desiderata da tutti o, per lo meno, da tutti i giovani come lui. Figurarsi se la fortuna lo avesse baciato! Non ci sperava molto. Invece, la Fortuna (con la F maiuscola) lo aveva baciato. Eccome!
    
    Gli avevano scritto due amici di circa 50 anni che andavano cercando proprio uno come lui, disposto a farsi oggetto di piacere per loro, tutti e due attivi, sposati e con figli (uno di due e l’altro di ben tre figli). Uno era però divorziato e viveva da solo. Amici sin dalla gioventù, ad una certa età si erano confidati di voler provare a scoparsi qualche bel ragazzetto e così si erano iscritti alla chat e si erano subito imbattuti in lui, molto gradito a tutti e due.
    
    Anche a lui quei due bei manzi erano piaciuti subito e farsi spupazzare da loro voleva dire realizzare il suo sogno.
    
    Però non si era concesso subito. L’aveva portata per le lunghe facendosi corteggiare come una femmina. Quando avrebbe detto di si, li voleva arrapati al massimo. Era stata dura resistere loro ma dopo un po’ (prima che diventasse troppo) aveva acconsentito facendosi promettere che ...
    ... sarebbero stati all’altezza delle sue aspettative.
    
    Aveva accettato di incontrarli un pomeriggio a casa del single. Accidenti! Erano veramente due manzi magnifici che rispondevano pienamente alle sue richieste. Poi, oltre ad essere pelosi fin sulle mani, uno aveva una folta barba riccia e nera mentre l’altro aveva due grossi baffi, proprio come piacevano a lui, e se ne trovano veramente pochi. Erano l’immagine stessa della virilità.
    
    Inutile dire che, dopo qualche bicchiere di vino, passarono alle vie di fatto. Lo presero, lo spogliarono un capo per uno mentre si spogliarono anche loro, lo baciarono ficcandogli prepotentemente le lingue fino in gola, gli leccarono avidamente tutto il suo piccolo e giovane corpo e poi usarono alternativamente la sua bocca ed il suo culo spingendogli dentro le loro grosse, dure e venose mazze. Lo possedettero più e più volte incuranti dei suoi conati e delle sue grida, pensando a soddisfare solo le loro voglie più perverse (come lui desiderava, d’altronde). Lo montarono come tori infuriati. Quando uno stava per venire si sfilava e lasciava agire l’altro per poi rituffarsi dentro le sue tenere carni straziate. Quando il suo buco di culo fu completamente sbragato, lo infilzarono insieme stando uno sotto e l’altro sopra. Gli dicevano le peggio porcate e che era una troia e che da troia doveva essere trattata. Alla fine, uno per volta, se lo erano scopati alla pecorina con una tale veemenza da finire di sventrarlo e sparandogli dentro tutto il ...
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