Galeotta fu la cena
Data: 23/06/2019,
Categorie:
Gay / Bisex
Autore: Foro_Romano
... battaglia, il ragazzo andò a cercare con le labbra un capezzolo dell’uomo nascosto tra il pelo e, quando lo trovò, ci si attaccò bagnandolo e succhiandolo come una mammella materna. L’uomo ebbe un sussulto mentre il suo cazzo continuava a crescere.
La bocca scese più giù ed ignorò volutamente la grossa protuberanza per raggiungere dapprima la sacca dei coglioni, anch’essa coperta di peli. Immerse il viso in quella foresta tra le cosce e lappò con voluttà. Quando si decise a dedicarsi alla fonte primaria del piacere, questa aveva raggiunto delle dimensioni paurose. Si bloccò ad ammirarlo. Grosso, lungo, nodoso, coronato da una notevole cappella. Tutto grande, tutto proporzionato a quella divinità della lussuria.
Aprì più che poté le labbra e ne avvolse la cima, facendo poi il possibile per imboccare più cazzo possibile e contemporaneamente avvolgerci l’umida lingua. L’uomo si contorceva dal piacere e, postogli una grossa e pesante mano sulla testa, in un primo momento stava per spingergliela forte verso di sé ma si trattenne perché sapeva che lo avrebbe soffocato. Così lo lasciò libero di muoversi su e giù come voleva, limitandosi ad accompagnarlo nei movimenti. Accidenti se era bravo! Tra rantoli di piacere, le parole gli uscirono spontanee.
“Si, siii, succhiaaa puttana… Sei troppo bravaaahhh… aaahhhgrrr…”.
Era evidente che si apprestava a scaricarsi le palle in quella esperta boccuccia, anche a costo di affogarlo, ma quello interruppe la fantastica pompa e, con ...
... le labbra lorde di saliva, preso dall’eccitazione, disse:
“Scopami, scopami, subito. Ti prego”.
“Ma sei matto? Ma hai visto quanto ce l’ho grosso?”.
“Si, si, ma lo voglio. Voglio essere sfondato da te”.
“Ti prego, non insistere. Se sono eccitato come adesso non sono padrone di me stesso e potrei sventrarti come niente”.
“Fallo, fallo… voglio essere sventrato. Lo voglio” e si aprì le chiappe offrendogliele come una puttana.
Benché desideroso ma poco convinto, il maschio lo rivoltò prono sul letto e tuffò il viso tra quelle chiappette invitanti. Leccò avidamente il buchino che si apriva e chiudeva al semplice tocco. Si vedeva che era già stato aperto ma, se lo avesse inculato, lo avrebbe decisamente spaccato. L’uomo pensò che, continuando ad inzupparlo di saliva ed a stimolarlo così, quello avrebbe goduto lo stesso e magari, dopo, lui lo avrebbe ricoperto dei suoi schizzi. Ma insisté.
“Scopami, scopami”.
“Guarda che se lo faccio non mi fermo più per nessun motivo”.
“Si, fallo e non fermarti. Prendimi con la forza”.
Allora decise di accontentarlo. Si sputò sulla mano un grosso grumo di saliva con cui bagnò il suo cazzo, ormai al massimo della grossezza e della durezza, e il buco nel quale sarebbe entrato, prodigandosi ad inumidirlo bene dentro infilandoci prima uno e poi due delle sue grandi dita, l’indice ed il medio. Ravanò per bene per fargli rilassare i muscoli anali e puntò il glande.
“L’hai voluto tu, puttana affamata” e sprofondò dentro ...