Il bello addormentato nel bosco - 2
Data: 25/06/2019,
Categorie:
Gay / Bisex
Autore: adad
... di non conoscere la foresta che stava attraversando, non ci era mai stato nel corso delle sue estenuanti ricerche: forse valeva la pena esplorarla con un po’ più di attenzione. Continuò a seguire il sentiero dismesso alla ricerca di qualche segno di vita: ma gli unici suoni erano il calpestio smorzato del cavallo e il fruscio del vento tra le foglie. Per il resto, silenzio.
Un profondo silenzio. Silenzio… Silenzio? Un momento! Un silenzio così profondo non gli era mai capitato.
Le foreste pullulano di vita, lo sanno tutti: uccelli, farfalle, bisce, ragni, scoiattoli, mosche... Ma dov’erano qui? Sembra che stiano dormendo tutti… Dormendo tutti? Un lampo gli esplose nella testa. Ma certo! Questo non è un silenzio naturale, questo è un silenzio magico…
“Scommetto uno a cento che da qualche parte c’è una principessa addormentata! - si disse il principe Azzurro tutto elettrizzato – e sarà mia! Me lo sento, stavolta la fortuna non mi volterà le spalle.”
Rallentò ulteriormente il passo del cavallo, scrutando con attenzione attraverso la folta cortina degli alberi, finché gli parve di intravvedere laggiù in fondo un macchione ancora più folto. Ci si diresse e tutt’a un tratto si trovò la strada bloccata da una barriera di alberi foltissimi.
“Tutto questo non è naturale.”, si disse il principe, ormai sicuro che finalmente sarebbe saltato fuori qualcosa.
Smontò, lasciando che il cavallo si allontanasse a brucare la fresca erba del bosco, tanto non si sarebbe ...
... allontanato, e lui prese a cercare un varco. Ma per quanto cercasse, lo spazio tra le querce annose, i lecci secolari e la sterpaglia spinosa era talmente esiguo che neanche una scimmia sarebbe riuscita a passarci. Quel posto doveva nascondere senz’altro un grande segreto.
Andò avanti a cercare per qualche ora, e proprio nel momento in cui stava per arrendersi, trovò uno spazio in cui riuscì a passare e così, insinuandosi di qua, infilandosi di là, alla fine, sia pure col mantello a pezzi e la calzamaglia strappata, si trovò dall’altra parte, un’ampia radura al centro della quale si ergeva un antico palazzo segnato dal tempo. Le finestre erano chiuse, molti vetri intatti, le persiane pendevano sconnesse e i comignoli sul tetto erano quasi tutti crollati.
Più che mai convinto di essere sulla buona strada, il Principe Azzurro andò alla ricerca di un’entrata e alla fine si trovò davanti un portone scrostato, mezzo cadente sui cardini arrugginiti.
Facendo un enorme sforzo, riuscì a spostare un battente quel tanto da permettergli di sgusciare all’interno. Il cortile, in cui si trovò, era ingombro di erbacce ed ortiche, ma qua e là si vedevano persone, chi seduta, chi stesa a terra, tutte immobili, con i vestiti stinti e a brandelli. Si avvicinò: non erano morti, o almeno non potevano esserlo, conservati così perfettamente. Si avvicinò ancora di più a una ragazza, che dava l’aria di essere una servetta, e si accorse del suo fievole respiro. Era viva… solo addormentata e da chissà ...