Il bello addormentato nel bosco - 2
Data: 25/06/2019,
Categorie:
Gay / Bisex
Autore: adad
... quanto tempo.
“Evvai!”, esultò il principe.
Finalmente! Col cuore che gli martellava nel petto, salì le scale pericolanti, si addentrò nei lunghi corridoi, sfondando ragnatele spesse come un dito, aprì porte, entrò nelle camere, trovò gente di ogni risma abbandonata nel sonno, ma di fanciulle, che avessero l’aria di essere una principessa bisognosa di risveglio, al momento neanche la traccia.
Cercò per tutto il palazzo da cima a fondo, perfino nelle cucine e nelle cantine, ma niente: solo servette, guardie armate e donne di una certa età. Stava per gettare la spugna e andarsene, quando nell’ennesimo giro per il palazzo capitò ad una porta, davanti alla quale due guardie armate erano accasciate al suolo che dormivano russando leggermente.
Beh, se la porta era sorvegliata, vuol dire che all’interno c’è qualcosa di prezioso, qualcosa che andava difeso: una principessa? Provò ad aprire, ma la porta era chiusa a chiave. Allora, diede una spallata e il legno, consunto dal tempo, si sbriciolò, facendolo quasi precipitare all’interno come un ariete.
Si trovò in un’anticamera sporca e polverosa. Andò verso una porta sulla parete di fronte, l’aprì e si trovò di fronte uno spettacolo che mai più si sarebbe aspettato: due giovani nudi, accasciati nel sonno l’uno sull’altro.
“E questi chi cazzo sono?”, si disse stupito.
Sapeva che certi giovani hanno il vizio di infibularsi l’uno con l’altro, ma non gli era mai capitato di vederne qualcuno. Si rese conto che non ...
... aveva mai neanche visto un uomo nudo. All’iniziale senso di repulsione, subentrò la curiosità e si avvicinò lentamente, studiando con cura i due corpi, ammirando la perfezione delle forme, la morbidezza delle linee, l’incarnato sensuale della pelle appena velata dalla polvere di secoli.
Lo stalliere era disteso sulla schiena, le gambe leggermente divaricate, ed esponeva il sesso alla piena vista del principe, che si chinò per guardare meglio.
“Cazzo, che grosso! – mormorò – quasi più grosso del mio!”, e si portò un mano all’inguine, accorgendosi in quel momento del lungo strappo, da cui quasi gli fuoriuscivano le palle.
Poi il suo sguardo si posò sul culo di Carlino, riverso sul petto di Turvaldo.
“Quasi quasi…”, si disse, rendendosi conto in quel momento che non si ricordava più l’ultima volta che lo aveva messo a mollo.
La natura cominciò a fare il suo corso… Un certo formicolio cominciò a serpeggiargli nel basso ventre… istintivamente allungò la mano per sfiorare… ma si bloccò di colpo e la ritrasse.
“Che cazzo sto facendo, - si disse – è un ragazzo, questo...”
Ma non riusciva a distogliere lo sguardo né dal bel culo di Carlino, né dal grosso cazzo molle di Turvaldo.
“Non sono un sodomita… - si disse ancora – e non sono ridotto così male da violentare un poveraccio che non si può difendere.”
Quello che gli era nato come un pensiero bizzarro, cominciò a prendere consistenza: per quanto l’idea stessa gli ripugnasse, Azzurro non riusciva a staccare lo ...