1. Gioco a due con sorpresa.


    Data: 26/06/2019, Categorie: Etero Autore: mariok

    ... diceva “Si caro tutto bene…il mare è magnifico…ma quando arrivi? Non puoi arrivare venerdì sera questa settimana? Devo aspettare fino a sabato?”. Tornò in lei la delusione, la malinconia e le sfuggì uno sguardo verso di me. Io mi alzai andai a pagare il conto alla cassa e mi dileguai. Pensai, era una donna sposata e io cosa stavo facendo? Poi focalizzai che anche io lo ero e a fine settimana sarebbe tornata mia moglie.
    
    Il giorno dopo era venerdì….”che faccio” mi chiesi. Andai al mare ma in un'altra spiaggia. Incredibilmente anche lei era lì. Il destino era beffardo con noi.
    
    Avevo deciso questa volta di andare agli stabilimenti balneari. Appena entrato la vidi, seduta su un divanetto, intenta a leggere un libro. Il vestito rosso le lasciava scoperte le cosce. Aveva un aria intrigante quel pomeriggio. Nella sua semplicità, ricordava una professoressa. Lei mi vide e arrossì imbarazzata. Forse pensava anche lei alla strana coincidenza. Presi un drink al “baretto” e mi sedetti vicino a lei. Presi coraggio e le dissi “Scusi se la disturbo ma non ho fatto a meno di notare che ci vediamo spesso in questi pomeriggi. Piacere Mario” Lei rispose con un filo di voce “Silvia piacere”. I nostri anulari portavano entrambi le “vere matrimoniali” e lei se ne accorse e mi disse “Dove ha lasciato sua moglie”. Io diedi la risposta che lei voleva sentirsi dire “ Arriva domani, non vedo l’ora”. Si sbloccò e cominciò a parlare di suo marito , di quanto le mancava…
    
    Parlammo diversi minuti ...
    ... amabilmente. Poi ci avviammo in spiaggia e stendemmo i nostri teli uno vicino all’altro. Faceva molto caldo e decisi di andare a fare un bagno. Non lo facevo da anni ma il mio istinto maschile venne fuori e mi immersi vicino agli scogli. Purtroppo un’onda più forte delle altre mi fece sbattere un piede contro la roccia. Uscii dolorante dall’acqua, perdendo sangue. Silvia vide che mi ero fatto male e preoccupata mi disse” In cabina ho il disinfettante e bende” Io le risposi “non serve” ma lei insisteva. Ci avviammo verso la cabina azzurra 69. Lei aprì la porta mentre io aspettavo fuori. Poi mi disse “ venga”. Entrai leggermente dentro la cabina. Mentre mi passava il cotone perché mi disinfettassi, me la trovai a pochi centimetri. Sentii il calore del suo corpo e il suo respiro. Ebbi un innalzamento della temperatura e di qualcos’altro in mezzo alle gambe. Lei, credo se ne accorse, perché prima si avvicinò a me e poi si ritrasse. Un sorriso di compiacimento però le uscì dalle pieghe della bocca. Il sentirsi desiderata le dava un piacere sottile.
    
    Ebbi l’impulso di abbassarmi il costume, prendere la sua mano e farle sentire il mio turgore, il mio desiderio. Lei sembrava interessarsi solo della mia salute, mi porse la garza per fasciare il piede ferito. Così finimmo le operazioni di pronto soccorso. Lei mi disse “Ora è sistemato il danno. La prossima volta faccia più attenzione, non è più un ragazzino”. Io feci cenno con il capo in segno di assenso. Non so, forse per il motivo ...