Marialetizia ed il bellimbusto - cap2 di 2
Data: 27/06/2019,
Categorie:
Etero
Autore: Zindo
Del tutto fuori di testa, Marialetizia, vestita solo con le ciabatte di spugna che aveva ai piedi, si recò al portoncino del suo appartamento. Osservò dallo spioncino l'arrivo dell'ascensore al piano. Quando vide le portiere aprirsi ed apparve, bello come un dio greco, il suo (per quella sera) Augusto, riparando il corpo dietro l'anta, sporgendo solo il capo, aprì all'ospite. Era elegante come sempre, più affascinante del solito agli occhi della donna che l'accolse con “Scusami se non sono ancora pronta”.
Appena Augusto varcò la soglia, lei richiuse la porta mostrandosi nella sua nudità integrale. Questa volta toccò ad Augusto restare attonito, a bocca aperta per lo stupore, incapace di pronunciare neppure uno striminzito “Oh!”.
Marialetizia non gli aveva mai visto quella faccia stupita e forse fu da quella espressione che si rese conto del suo stato, cioè del suo essere vestita di niente ed esclamò un “Oh mio dio!” ponendo un braccio a coprire i seni ed una mano sulla parte più intima del suo corpo.
Un gesto che sortì l'effetto di una secchiata d'acqua in faccia per Augusto il quale, ritrovando la capacità di parlare disse solo “Sei stupenda!” allungando le mani sulle spalle della donna.
A volte è difficile capire i comportamenti umani.
Si pensi per esempio ad un bimbo che viene rimproverato dalla madre per qualche marachella commessa, beccandosi anche qualche bonario scapaccione a fini correttivi. Ci avete fatto mai caso? Il bambino per difendersi e ...
... cercare aiuto non scappa ma si aggrappa proprio alla mamma che gli sta dando gli scappellotti. Misteri della psicologia umana!
Per lo stesso incomprensibile meccanismo che spinge il bambino ad aggrapparsi alla madre, anche Marialetizia per nascondersi alla vista di Augusto si aggrappò a lui, stringendosi al suo corpo, lasciandosi cingere dalle sue braccia e proprio con modi infantili si giustificò con “Scusa, scusa, non capisco come sia potuto succedere, ero convinta di essere in vestaglia, scusami, scusami”.
Augusto tenendola stretta a se con un braccio le carezzò i capelli con una certa pressione della mano, tanto da indurla a sollevare il capo, fino al doversi guardare occhi negli occhi.
A quel punto anche le braccia di Marialetizia strinsero il massiccio torace di Augusto e mentre le palpebre si abbassavano le bocche si avvicinarono, le labbra si dischiusero, le lingue si cercarono, si incontrarono, lottarono tra loro.
Augusto sentiva i seni di Letizia premere sul suo petto, Marialetizia percepiva il rapido lievitare del sesso di quell'uomo spinto contro il suo ventre.
Lo aveva già detto a se stessa poco prima davanti allo specchio, se lo ripeté di nuovo: “Non mi frega niente di quello che penserà di me, l'ho tanto desiderato e non voglio più aspettare, non posso, non ce la faccio” e distaccandosi prese Augusto per una mano. Lo tirò letteralmente verso la camera da letto ripetendo lo stesso concetto ma a voce alta, perché anche Augusto sentisse e capisse senza ...