1. La mia ragazza e io: bisogno di normalità


    Data: 29/06/2019, Categorie: Gay / Bisex Autore: 85bisexcouple

    Dopo mesi durante i quali ho dovuto subire abusi e soprusi da parte di Marika e Davide, la mia mente è ormai sconvolta e il mio morale ha il sapore della sconfitta. Inizio ad essere provato da questa situazione e sento sempre più il bisogno di normalità, di qualcosa che assomigli all'affetto che ricevevo un tempo. Ne sento sempre più il bisogno, come l'aria che respiro, e sto cercando di capire in che modo ottenerlo e, sopratutto, da chi. A causa della mia complicata vita di coppia, sto attraversando uno di quei periodi di facile infatuazione pansessuale. Provo attrazione fisica ed affettiva per una moltitudine di persone, sulle quali poi mi perdo a fantasticare... La ragazza della panetteria; l'ultima stagista entrata al lavoro; il ragazzo dell'autolavaggio; la cassiera del supermercato; un ragazzo della palestra... Femmine, maschi, accomunati solo dalla loro giovinezza e dall'energia che mi trasmettono. Ma tutto si ferma alla mia fantasia... Non saprei come approcciarli... Non riesco più a fare distinzione di genere. Non mi ritengo più un eterosessuale. E forse neppure bisessuale, visto che la mia attrazione per i ragazzi giovani e belli non è soltanto fisica.
    
    È emersa la mia inclinazione pansessuale, e l'accetto assecondandola. Ma sempre e solo nella mia fantasia.
    
    Questo è valso fino a venerdì, quando sono riuscito a raccogliere il coraggio e farmi avanti...
    
    Esco dal lavoro verso fine pomeriggio. Uscendo dalla zona industriale e entrando in paese, mi fermo dal ...
    ... panettiere a ritirare il mio sacchetto di pane fresco. È consuetudine ormai da anni che la ragazza mi tiene da parte il pane, che ritiro appena uscito dal lavoro. Lei è buona come il pane che mi vende... Giovane, pulita, un fisico burroso, uno sguardo angelico e due tette fantastiche. Sempre sorridente e gentile. Le pago il pane e, sorridendole e augurandole un buon fine settimana, esco dalla bottega con il mio sacchetto e mi rimetto in marcia. Ho l'auto aziendale. Guido la mia berlina tedesca, uno dei benefit per il ruolo che ricopro in azienda, verso l'autolavaggio a metà strada fra lavoro e casa. Ho un lavaggio pagato dall'azienda ogni due settimane, e ho preso l'abitudine di fermarmi all'autolavaggio di venerdì pomeriggio. Sono quasi le 19 quando arrivo sul piazzale del distributore attiguo all'autolavaggio. Mi immetto nella corsia che mi porta sulla postazione per il lavaggio. Non la lavo mai con i rulli. Vengo qui perché la lavano a mano. Lancia, spugna e olio di gomito. Poi asciugatura con pelle di daino e una accurata pulizia degli interni. Il ragazzo dell'autolavaggio è un romeno poco più che ventenne. È tre anni che lava macchine. Lo ricordo quando aveva cominciato a lavorare qui: un ragazzino sbarbato forse appena maggiorenne. Capelli castano chiaro portati un po a cresta come fanno i ragazzi più giovani, occhi nocciola, uno sguardo furbetto e simpatico. Ha il pizzetto, appena accennato, quasi a voler dimostrare di avere la barba. Non è molto alto, forse 1 e 70, nella ...
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