La mia ragazza e io: bisogno di normalità
Data: 29/06/2019,
Categorie:
Gay / Bisex
Autore: 85bisexcouple
... sua tuta da dipendente della stazione di servizio. Col caldo lavora senza la parte superiore della tuta, indossando magliette sbiadite e logore. Ha il tipo di fisico che più mi attrae. Longilineo, non palestrato ma in forma, ventre piatto, agile ed energico. So che è tardi. Qui staccano alle 19 e per lavare l'auto fuori e dentro gli serve una mezz'ora. Mi saluta con un cenno della mano e si avvicina al finestrino: "Ciao! È un po tardi..." mi dice, guardando l'orologio.
"Dai, porta pazienza... Fai uno strappo..." gli rispondo sorridendo.
Mi fa cenno di avanzare, mentre chiude dietro di me la sbarra di accesso al piazzale. Poi si allontana un attimo e va a parlare col suo capo. Non è la prima volta che arrivo un po' troppo tardi, ma il ragazzo sa che con me non ci rimette. Le altre volte che sono arrivato troppo tardi gli ho sempre lasciato 20€ di mancia, oltre al prezzo del lavaggio. Qui non è consuetudine lasciare mance, e non credo che lui ne riceva molto spesso. Fermo l'auto nella postazione di lavaggio, mi assicuro che i finestrini siano ben chiusi e scendo. Faccio sempre due chiacchiere col ragazzo mentre mi lava la macchina. Parliamo per lo più di cazzate, le solite cose di cui parlano persone estranee di sesso maschile: calcio, ultima partita, campagna acquisti sbagliata. Mentre lavora non posso fare a meno di guardarlo affamato, fantasticando su di lui e cercando di intuire ogni forma del suo corpo attraverso la tuta e la maglietta. È proprio un bel tipo. Finiti ...
... gli esterni, apre le quattro portiere ed incomincia ad aspirare gli interni. Si piega a 90, appoggiando un ginocchio sul sedile ed offrendomi la vista del suo posteriore. Il sedere è sodo e incredibilmente eccitante. Non gli stacco gli occhi di dosso per un solo istante... La mia mente corre, accarezzando con la fantasia il suo corpo, il suo viso, i suoi capelli. Penso a quanto sarebbe bello poterlo avere, potermi dare, ma realizzo subito che è impossibile. O forse no?
Quando finisce il lavoro, mi si avvicina sorridente. Tiro fuori il portafogli per pagarlo. Ho diversi pezzi di taglio più piccolo, ma scatta qualcosa nella mia mente e tiro fuori un pezzo da 100, scusandomi per non avere tagli più piccoli. Mi risponde spiegandomi di non avere resto da darmi, siccome il capo piazzale è andato via alle 19, poco dopo il mio arrivo, chiudendo la cassa e portando con se l'incasso della giornata.
Di fronte alla stazione di servizio, sull'altro lato della statale, c'è un pub abbastanza noto in zona sia per la qualità della cucina che per la scelta di birre. Senza pensarci due volte, gli dico sorridendo:
"Se ti va, andiamo là a farci una birra. Così cambio e ti posso pagare... Se non hai fretta di tornare a casa!".
"D'accordo! Una birra non la rifiuto mai! Eheheh!" mi risponde.
Attraversiamo la strada e entriamo nel locale. Gli indico un tavolino, anziché il bancone, e uno dei camerieri ci porta le liste. Lui lo saluta chiamandolo per nome: è evidente che lavorando qui ...