1. Il giudizio di paride - 3, il più bello fra gli umani


    Data: 01/07/2019, Categorie: Gay / Bisex Autore: adad, Fonte: Annunci69

    ... e si sdegnerebbe con me, se non ti accogliessi con l’onore che spetta ad un personaggio illustre, quale tu appari.”
    
    “Mi inchino a te, Regina, - rispose Paride, chinando la testa – la fama della tua bellezza è poco rispettosa della verità: è la grazia stessa di Afrodite che rifulge sulla tua nobile fronte.”
    
    Elena si compiacque del complimento.
    
    “Siediti, straniero, – proseguì più conciliante – e permettimi di offrirti il ristoro dovuto agli ospiti sacri a Zeus.”
    
    E ad un suo cenno accorse una giovane schiava con una bacinella e gli lavò i piedi; dopo di che uno schiavo portò una coppa di vino speziato.
    
    “Hai l’aria di aver affrontato un lungo viaggio: riposati in attesa che torni il mio sposo e intanto manderò provviste fresche ai tuoi uomini sulla nave.”, e detto questo si ritirò seguita dalle sue ancelle.
    
    Rimasto solo, Paride si sdraiò sulla morbida pelle di lupo che copriva gli ampi gradoni attorno al focolare, e stava quasi per assopirsi, quando fu destato dall’arrivo di un uomo di forse trent’anni, seguito da alcuni guerrieri.
    
    Era del tutto nudo, salvo uno stretto perizoma di lino che gli copriva l’inguine e una tracolla di cuoio attraverso il petto muscoloso; sul fianco sinistro gli pendeva un pugnale da caccia.
    
    Paride saltò in piedi e rimase per un momento senza fiato alla vista di quel fisico imponente, cui una leggera peluria rossastra sembrava ammorbidire le forme, rendendolo ancora più seducente. Una corta barba gli incorniciava il volto, ...
    ... sottolineandone la bellezza virile.
    
    Paride si sentì la bocca asciutta. Per fortuna, fu l’altro a parlare.
    
    “Sono Menelao, signore di Sparta. - disse, mentre le labbra carnose si aprivano in un cordiale sorriso – Ti do il benvenuto nella mia casa, straniero. Spero che la mia sposa ti abbia accolto con gli onori che Zeus impone per gli ospiti, e ti prego di scusarla se così non è stato.”
    
    “La cortesia della tua sposa è pari solo alla sua bellezza divina, re Menelao.”, rispose diplomaticamente Paride, scoprendosi a fissare i folti riccioli ramati che sporgevano ai lati dell’esiguo perizoma.
    
    “Ma ti prego, straniero, - riprese Menelao – lascia che i miei servi si occupino di te. Più tardi potremo parlare.”, e si allontanò verso i suoi alloggi.
    
    Paride rimase a fissare ammaliato i muscoli guizzanti delle sue cosce e delle natiche sode, mentre si allontanava, poi seguì le schiave che lo guidarono al bagno.
    
    “Divino Apollo, - sospirò - questo è davvero il più bello fra gli umani…” E Apollo lo udì nelle lontane dimore dell’Olimpo e sorrise, ricordando la promessa.
    
    Qualche tempo dopo, ristorato dal bagno e da un sapiente massaggio, unto di oli profumati e rivestito di una tunica di finissimo lino, il giovane fu accompagnato nel grande megaron, dove lo attendevano il re e la regina assieme alla più alta nobiltà di Sparta. Menelao ed Elena sembravano quasi gareggiare in bellezza, ma lui appariva adesso ancora più maestoso agli occhi estasiati di Paride.
    
    Anche Menelao guardò ...
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