1. Il giudizio di paride - 3, il più bello fra gli umani


    Data: 01/07/2019, Categorie: Gay / Bisex Autore: adad, Fonte: Annunci69

    ... con interesse quel giovane straniero: Apollo lo aveva circonfuso di un alone irresistibile di seduzione.
    
    “Fortunati i popoli che possono vantare così magnifici regnanti.”, esclamò Paride.
    
    “Ti ringraziamo, straniero. – rispose Menelao, arrossendo leggermente, quasi fosse consapevole che a lui in particolare era rivolto il complimento – Ma ti prego, siediti.”
    
    Subito accorsero i servi con vino e vivande prelibate e una volta saziati i morsi più violenti della fame:
    
    “Non ti dispiaccia, straniero, dirci adesso chi sei e cosa ti ha portato nella nostra casa.”, disse il Re.
    
    Paride si alzò e si inchinò:
    
    “Sono il principe Paride, della Casa Reale di Troia, - iniziò – e porto ai nobili Regnanti di Sparta i saluti del Re Priamo e della Regina Ecuba, miei genitori.”
    
    Dopo che, raccontò le vicende che avevano portato lui e la sua nave a cercare riparo presso di loro. Intanto, il banchetto proseguiva e l’aedo Callistene cantava la saga di Erit-
    
    tonio e delle sue divine cavalle in onore dell’ospite.
    
    Era il cuore della notte; da un pezzo Paride era stato accompagnato negli alloggi riservati agli ospiti illustri; appena rimasto solo, il giovane principe si era spogliato e, nudo com’era, si era appoggiato al parapetto del terrazzo su cui dava la sua stanza, cercando di sbollire al fresco della brezza notturna gli ardori che la passione accendeva nella sua mente e nei recessi profondi del suo corpo.
    
    Ripensava a Menelao, al suo fisico vigoroso… ne risentiva ancora ...
    ... nel naso e nei polmoni l’afrore sudato quando gli si era presentato di ritorno dalla caccia, ne rivedeva la leggera peluria cosparsa sul corpo, i riccioli ramati del pube sporgenti dalla coppa sudata del perizoma… cercava di immaginare cosa si celasse sotto quel lussurioso nascondiglio. E più si addentrava in questi pensieri conturbanti, più il suo corpo bruciava.
    
    Era talmente perso nel suo delirio, che neanche si accorse della presenza alle sue spalle, delle braccia vigorose che lo avvolgevano da dietro, dell’erezione rovente che gli si incu-
    
    neava nel solco delle natiche: gli sembrarono quasi un prolungamento delle sue fantasie voluttuose. Ma poi una voce parlò, una voce densa di passione:
    
    “E’ tutta la sera che desidero questo culetto meraviglioso.”, gli bisbigliò all’orecchio.
    
    “E io il tuo cazzo di fuoco!”, rispose Paride che, allungata indietro la mano, lo impugnò e se ne posizionò la punta scivolosa sull’orifizio già bagnato di desiderio.
    
    Non dubitava minimamente di chi fosse: Apollo glielo aveva promesso.
    
    “Mettimelo dentro. – sospirò – Sono pronto.”
    
    Menelao, allora, arcuò il bacino e con un colpo solo glielo spinse nel culo fino alle palle.
    
    “Oh!”, gemettero all’unisono, lui godendosi il piacere lancinante della penetrazione e Paride la sensazione di quel petto caldo sulla sua schiena e soprattutto dell’asta enorme che si conficcava bruciante nel suo sedere.
    
    Stettero abbracciati per un pezzo, poi l’istinto del maschio prese il sopravvento e ...
«1234...»