Sinti
Data: 03/07/2019,
Categorie:
Etero
Autore: rasss
... vero o se le sue siano solo cazzate per impietosirmi.
Il pregiudizio è forte, ma in fondo decido di crederle. Mi ispira fiducia, è intelligente, anche colta, e poi è un pezzo di fica incredibile.
Penso che in Italia molte donne, sebbene ignoranti, hanno avuto una occasione solo perché erano belle e avevano scopato con le persone giuste. Quella ragazza, che al contrario, aveva fatto sacrifici avrebbe quindi meritato più di loro.
Un ragionamento a dir poco banale.
Le parole uscirono spontanee “bella come sei, dovresti stare in parlamento”.
Per la prima volta sorrise. Aveva due occhi neri come la notte, ma emanavano una luce pazzesca. La bocca morbida e sensuale.
“Insomma – ripresi il discorso che lei aveva lasciato cadere poco prima – da cosa dipende se possiamo essere amici?”.
Mi guardò dritto in faccia e disse “dal fatto che tu mi consideri o meno alla pari delle ragazze italiane”.
Mi chiese un’altra sigaretta e si avvicinò. Eravamo praticamente appicciati. Non sapevo cosa dire, ma avevo capito benissimo.
Ci guardavamo dritti in faccia. Allora, decisi di dire la verità e vedere cosa succedeva. “Sei così bella e intelligente che sei meglio di molte di loro, te lo assicuro. Mi dispiace che tu non abbia un uomo che ti rende felice …”.
Prima ancora che io finissi di parlare ci stavamo baciando. Posò la mano sulla mia patta e inizio a massaggiarmi. Sentivo il cazzo bagnato esplodere nei pantaloni.
Mi guardò in faccia e sorrise ancora. Si ...
... inginocchiò davanti a me e, sussurrandomi che gli piaceva il mio modo di guardarla e di baciarla, lo tirò fuori e inizio a succhiarlo. Era vorace, ma delicata.
Si vedeva che le piaceva quello che stava facendo. Percorreva la mia verga con una dedizione incredibile, non aveva fretta. Lenta, inesorabile e appassionata.
Sarà stata la situazione, sarà che il pompino era da oscar, ma dopo pochi minuti le riversai in bocca un bel po’ di sborra, ma lei non fece una piega. La sentivo ingoiare. Continuò fino a quando non fu sazia della mia viscida carne.
Avevo un solo pensiero ora: dovevo scoparla.
Lo aveva capito bene quello che volevo. Non ci voleva certo un genio. Prima che potessi dire qualsiasi cosa, mi chiese se poteva venire a casa da me, voleva fare una doccia e – se mi andava – fotterla (disse proprio così: fotterla) per tutto il tempo che volevo.
E vabbè, decisi di rischiare e di portarmi questa stupenda sconosciuta a casa.
D’altro canto era una situazione che aveva dell’incredibile e poi … al cazzo non si comanda.
Mentre camminavamo verso il palazzo dove abito, non c’era il minimo imbarazzo e lei mi chiese se mi era piaciuto il suo pompino. Il mio sguardo fu più che eloquente. Le misi una mano sul culo e la palpai. Era sodo. Sotto la sua gonna di stoffa leggera se ne percepiva la perfezione delle forme. Capii che non aveva mutandine.
Non volevo aspettare che si facesse una doccia. Volevo scoparla subito. Non ce la facevo più a resistere. Glie lo dissi e mentre ...