Monica
Data: 22/10/2017,
Categorie:
Etero
Autore: xtrans, Fonte: Annunci69
Romba forte il motore e la linea tratteggiata quasi si fa continua sotto il muso affusolato della macchina che sto spingendo a tutta. L’autostrada è deserta a quest’ora della notte, il tratto non è controllato e ai 230km/h di strada se ne fa tanta, tanta come quella che ancora mi separa da casa. Il lavoro infatti spesso mi porta lontano, a volte per qualche giorno, a volte per settimane. Questa volta sono di rientro da una settimana in un paesino austriaco, ora mi rimane praticamente tutta autostrada e di questo passo mi ci vorranno ancora un paio d’ore per arrivare a casa. Comunque non importa, il weekend prevede relax.
È un venerdì di inizio dicembre e sono quasi le 2.00, in teoria dovrei essere stanco, e di fondo lo sono, ma mi piace guidare e questo mi tiene attivo. Poi il rombo del motore e la radio in sottofondo che trasmette del buon rock sono un’ottima compagnia.
Sono reduce da una settimana intensa, il da fare è sempre tanto e le ore a disposizione sempre poche, ma anche questa volta consegne e scadenze rispettate. Ma non è il lavoro che rivive la mia mente.
Lunedì
“Welcome! we were waiting for you. Did you find us easily?”. Alloggio in un classico hotel tirolese a gestione familiare e la ragazza alla reception, in abiti tipici, mi accoglie immediatamente varcata la soglia. Sbrigo le formalità del check-in, non vedo l’ora di infilarmi sotto il getto bollente della doccia, sono le 20.00 e alle spalle ho il viaggio per arrivare fino a qui e una mezza ...
... giornata di lavoro.
Laura, come riporta la targhetta dorata appesa al merletto della scollatura dell’abito, mi accompagna alla camera due piani più sopra e salendo mi spiega molto gentilmente tutto ciò che c’è da sapere sull’hotel.
Non le presto molta attenzione ma la ringrazio tantissimo appena mi apre la porta della stanza per lasciarmi entrare. “Please take your time mr S., you can have dinner till half past nine”.
“Many thanks Laura, just the time of a shower and I’ll be at the restaurant”. Quindi ci scambiamo un sorriso e chiudo la porta.
Come in ogni hotel di queste zone, fa un caldo secco incredibile nella stanza. Appendo il porta abito dietro la porta, appoggio il laptop sulla poltroncina ed il trolley sul portavaligia, quindi in un attimo via cappotto, abito e tutto il resto e sono sotto la doccia. Rilassante, rimango sotto il getto almeno una ventina di minuti poi la fame si fa sentire. Mi asciugo, mi vesto comodo e scendo al ristorante.
L’hotel non ha molte camere e non sembrano esserci molti ospiti. A parte un paio di coppie di sciatori dovrei esserci solo io. “Meglio così!” penso fra me e me, sarò gran parte del mio tempo a lavorare e meno gente uguale meno disturbatori.
Martedì
La giornata è passata e le prossime ne saranno una fotocopia. Sveglia ore 7.30, colazione, al lavoro per le 8.30/9.00, rientro in hotel per evitare di mancare la cena. Poi un distillato nella sala bar dando un’occhiata alla per me incomprensibile stampa locale, due battute ...