1. Forse o Falso


    Data: 06/07/2019, Categorie: Incesti Autore: senzaidentità

    “Ben tornata.” Quella voce scivolosa apparteneva a mia zia Luisa, lo sapevo anche se non s’era ancora affacciata alla porta. Mi precedeva un attimo dopo, nel corridoio, con un ondeggiare esagerato delle anche che si bloccarono in sala da pranzo finendo nell’attillato abbraccio di una gonna bluceleste. Io, rientravo da un bel periodo in Toscana, di malavoglia. Ancora oggi appena il treno fende il confine tra le nostre due regioni m’accorgo del diverso umore della natura dal colore più tenebroso della nostra vegetazione. Non ci stavo e non ci sto bene qua ma ormai ci stavo. Mia madre mi lasciò andare con un bacio davanti alla porta e mi mostrò la spina dorsale, rientrava perché doveva lavorare e non prendeva parte ai festeggiamenti che a ferragosto offrivano i parenti di mia nonna e non ero contenta. Il pranzo era più in onore delle nuove tette di zia Luisa che della metà rovente del mese. Le mie condizioni non erano tali perché io possa conservare questi ricordi sul serio ma la memoria di me, quella persona mezza in crescita divisa tra fame e voglia di andarsene, capelli neri e pelle bianca, panico e voglia d'amore, dolore e ardore, può linguisticamente passare per memoria mia e quindi ho preso a raccontare in prima persona. Anche se il ricordo mi proviene dall’altra immagine di me, quella ferma appunto, lì impalata con zia Luisa tra risate e mezze frasi che sfociano in versi ruvido isterici delle altre tre persone presenti. Nella sala apparivano il compagno di zia Luisa ed il ...
    ... figlio adottivo di una sua cugina impegnati reciprocamente in un soliloquio di carattere politico. Sud americano era quel suo figlio ma non rammento di dove, la scaricò presto; appena appreso che non gli era madre, ma per quella volta aveva accompagnato la Luisa a rifarsi le bocce al suo paese. Il pranzo mi passò più rapidamente di quanto mi augurassi, la roba era buonissima ed il vino anche di più, Lambrusco mi pare di ricordare. Ricordo male, mi ubriacai in fretta e i vapori fruttati dell’alcol invasero la stanza ancora più celeri. Tanto che ormai avevo perduto ogni chiacchiera, canzone, dessert che mi era scorso davanti agli occhi ed alla bocca e mi ripresi solo quando una gomitata di zio Piero (compagno di Luisa) mi sfondò la costola. “Ci pensi mai a tuo padre?” “Mai.” (Falso. Quella creatura, l’altra me, lo amava con ardore e con mestizia lo pensava ad ogni ascesa di luna.) “Normale, ti comprendo. Parlavamo di lui ma hai ascoltato?” “No.” (Vero. Si era persa tutto il vociare.) “Beh dicevamo che scriveva bellissime poesie.” (Vero. Il padre era sadico, violento, ma anche bello e ardito e ammetto che ha scritto cose davvero mirabili rivolte a mia madre e alla madre dell'altra me. Solo che non posso riportarle perché se mai passasse da queste parti, non credo davvero che uno della sua razza farebbe mai un salto tra le pagine di un sito di erotismo, ma se mai lo facesse li riconoscerebbe subito per suoi. Tanto erano particolari e ricamati con lepidezza quei suoi versi. Nota, ...
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