Forse o Falso
Data: 06/07/2019,
Categorie:
Incesti
Autore: senzaidentità
... correre alla ricerca dell’accendino e le piaceva. Poi mi vedo rientrare e cacciare ancora un posto per sdraiarmi, Francisco è steso di lato, la sua schiena d’ambra e i capelli mossi di nero caldo sanno di sudore, penso se sia il caso di stendermi vicino a lui e mi rispondo di no perché non abbiamo confidenza. -Ma che confidenza occorre, siamo parenti no? Ah già… Peggio mi sento. Siamo e non siamo parenti nel legame legale del non sangue ed in tutto questo zio che era accanto a lui dove si è cacciato?- Tana! Eccolo è su una poltrona… Azz perché non l’ho conquistata prima io? Ma zia? Uh che scema, nel labirinto architettonico di questa casa c’è un altro corridoio e un’altra stanza, ora ci vado. Anzi dopo. Riesco, fumo di nuovo, rientro. Zia non dorme, è alle mie spalle. “Non è troppo presto per fumare?” (Falso, o forse. Ma lei non ti viene a dire che è prematuro farsi rifare anche lo stomaco alla tua età quindi fatti i cazzi tuoi.) Uno sprazzo del suo petto latteo è ancora in bella mostra, forse ho barcollato, mi aiuta a rifare il corridoio. “Ti vuoi sdraiare?” “No.” (Vero.) “Non hai sonno?” “No.” (Falso. Moriva dal sonno.) “Parliamo allora, vieni a stenderti... Chiacchieriamo.” Mi avvicino, quelle orrende cicatrici mi sorridono con le loro labbra di rossetto. (Mamma ha fatto bene a non restare.) “Come ti ci trovi in Toscana?” “Molto bene, Grosseto è accogliente.” (Questo era vero.) “Ti ricordi che i primi mesi dicevi che non ce la facevi a star lontano da mamma?” (Veramente ...
... no.) “Si vagamente…” “Mi sa che hai bevuto parecchio.” “No…” (Leva sta mano schifosa dalla sua fronte.) “Somigli tanto a tuo padre.” (Lo so, la fissa per lui non ti è passata manco dopo che mamma ti ha presa a calci in faccia vero? Come darti torto. Non passa neanche a lei.) “Torno di là…” “Va da Francisco mi dicono che non scopi mai.” (Ride? Ma che minchia di osservazioni.) “Non mi piace.” “Come no? Sei lesbica per caso?” Strizzo le ciglia colanti di mascara. “Anche se fosse?” “Se fosse ti piacerei io.” “Tu?” (L'altra me ride.) “Ma sei vergine?” “Si.” “Come cazzo è possibile? Sei bella come tuo…” (Ridaje.) Resto muta. “Ti faccio vedere io come si scopa?” Distinguo il colore vivo delle cicatrici sotto al suo seno, la sua maglietta a terra ed il suo tanga è infradiciato. È trasparente, le aderisce alle chiappe lucide. Vedo bene anche le rientranze rosa della sua fica, la sua bocca si sta incollando alla mia, schiudo le labbra, la sua lingua mi invade. -Non morirà nessuno.- Penso. Lei insiste a lungo a dispetto della parentela, agli angoli delle mie labbra, lecca, mi smalta i denti con la saliva, perdo la cognizione del tempo scandito dal mio batticuore. La sua bocca sa d’alcool, mi piace quel sapore, amo il vino, non lei, ma posso bere dalla sua bocca. Mi trascina per la mano sul letto di nuovo, è salita su di me a cavalcioni come fece quella sera con papà quando mamma la sorprese, la chiamò schifosa e le affibbiò due sberle ed un calcio in faccia. Ricordo che s’arrotola la ...