1. Punizione nello spogliatoio


    Data: 07/07/2019, Categorie: Gay / Bisex Autore: btmbear87

    ... dovrai pulire le docce. Ma pulirle come si deve! Toglierai tutte le grate degli scarichi e leverai peli e capelli. Poi le piastrelle e così via fino a che non sarà tutto splendente! Lì ci sono gli attrezzi» aggiunse indicando un secchio con dentro uno sturalavandini e un po’ di candeggina oltre ad una spazzola di acciaio e una spugna «Tutto chiaro?»
    
    «Sì, signore»
    
    «A fine giornata vedremo se avrai meritato una punizione o un premio. Intesi?»
    
    «Sì signore»
    
    Così iniziò la mia punizione. Lavavo e strofinavo, pulivo e riordinavo. Il tutto condito da continue umiliazioni e battute. Molti giorni mi puniva perché riteneva che non avessi fatto un buon lavoro e la punizione consisteva in questo: lui si sedeva ed io mi mettevo su di lui di modo che potesse abbassarmi le mutande e sculacciarmi il sedere con le sue mani giganti. La sera mi guardavo allo specchio e vedevo i segni rossi delle ditate, ma non mi lamentavo.
    
    In tutto questo la mia unica consolazione era vederlo quando si cambiava. Ogni giorno si allenava per due ore indossando solamente un completo da freestyle wrestling, un singlet in lycra aderente che non lasciava immaginare nulla.
    
    Per lunghi giorni nulla cambiò fino ad un fatidico giorno circa due settimane dopo.
    
    Arrivai in ritardo e al prof la cosa non piacque per cui decise di punirmi preventivamente. Poi mi assegnò il compito del giorno e rimasi di sasso quando scoprii di che cosa si trattava.
    
    «Oggi dovrai andare il lavanderia e pulire tutti i miei ...
    ... singlet!» disse lanciandomi una borsa.
    
    Dentro di me pensai che quella era una cosa che non competeva la scuola e che avrebbe potuto benissimo farla da solo, ma non protestai e come sempre risposi «S’ signore!». Mi diressi in lavanderia molto infastidito e iniziai a buttare il primo completo nel lavandino. «Devono essere lavate a mano!» mi disse, anche se non ci credevo molto.
    
    Ad un certo punto entrò naturalmente nel momento in cui mi ero fermato per scrivere un messaggio con il cellulare. Questo lo fece andare su tutte le furie.
    
    «Come ti permetti? Adesso te la insegno io una bella lezione. Mettiti uno di quei singlet e vieni in palestra!»
    
    Uscì lasciandomi da solo. Rassegnato ormai al peggio cercai nel borsone quello che mi sembrava un po’ meno sporco e mi spogliai. Lo indossai sopra ai boxer ed uscii in palestra come mi era stato ordinato. Lui mi attendeva sopra ai cuscinetti che aveva steso come se dovessimo combattere.
    
    «Vieni qui!»
    
    Mi avvicinai titubante e un po’ in imbarazzo per essere vestito così. Quando fui di fronte a lui mi disse solamente:
    
    «Se riesci a immobilizzarmi ti lascio andare, in caso contrario avrai una bella punizione!»
    
    Mi apprestai a combattere e anche se sapevo che non avrei mai potuto vincere contro quell’uomo grande e muscoloso (sarà stato alto almeno un metro e novanta), avrei comunque fatto di tutto per difendermi.
    
    Iniziò portando un braccio sopra alla mia spalla e l’altro tra le mie gambe. Con una mano si aggrappò alla mia ...