1. La Coinquilina cap. 17


    Data: 08/07/2019, Categorie: Etero Autore: Saretta, Fonte: EroticiRacconti

    Nel cucinotto vicino al salone, Gustavo vide due ragazze intente a mescolare le proprie mani nella farina, aggiungendo poco a poco acqua da una caraffa trasparente. Le collocò intorno ai 25 anni, probabilmente studentesse o giovani lavoratrici. Una era alta, molto magra con i capelli neri corvino, raccolti in una coda di cavallo. Il volto spigoloso e poco aggraziato rivelava un profilo cavallino. L’altra era decisamente più bassa e palesemente in sovrappeso, tuttavia Gustavo preferì i lineamenti di quest’ultima che sicuramente vinceva grazie ad un’aria più simpatica e rassicurante. Erano comunque entrambe prive di sensualità e di oggettiva bellezza. Per un nano secondo, le paragonò alle sorelle cattive di Cenerentola, ma abbandonò quella similitudine poco carina appena una delle due alzò lo sguardo, sentendosi osservata. “Anna, Marina….lui è Gustavo! Ve ne avevo già parlato….che fate di bello??” “Ciao Gustavo piacere, sono Anna”, la sorella cattiva alta e secca si avvicinò alla coppia “stiamo cercando di fare la pizza ma...non garantiamo sul risultato...” Gustavo si avvicinò per dare un’occhiata e rompere subito il ghiaccio. “L’impegno ce lo state mettendo, c’è poco da dire” Marina si mise a ridere e concluse i convenevoli “L’impegno non sarà sufficiente mi sa, comunque se volete rischiare la vita con noi...siete invitati. Piacere, non ti do la mano perché è tutta sporca!” Gustavo inserì le due ragazze nel sottoinsieme di sorelle brutte di Cenerentola ma non cattive, almeno ...
    ... all’apparenza. “Grazie ma andiamo fuori a cena….non voglio far morire il mio ragazzo così, mi piace più l’idea di un veleno potente e silenzioso!” Beatrice rise con le sue due coinquiline che non se la presero per quella battuta palesemente bonaria. Non rise Gustavo. Bea aveva già deciso per entrambi che sarebbero andati a cena fuori e lo aveva già apostrofato con una definizione che gli parve prematura. “Il mio ragazzo”...si conoscevano da pochissimo, si piacevano, ma ancora non avevano delineato niente, non avevano parlato della loro situazione. Si sentì impacchettato e pronto per essere spedito alla fabbrica dei futuri mariti. “Bene, noi andiamo in camera mia, divertitevi, ci vediamo prima di uscire”. Bea prese la mano di Gustavo e lo accompagnò in quello che era il suo piccolo nido. In una decina di metri quadrati erano ben disposti un letto da una piazza, una scrivania nera dalle poche pretese, probabilmente acquistata all’Ikea, un armadio color crema anni ‘70 e una sedia a dondolo dove un Minion di peluche si cullava, incurante dei due intrusi. Bea si girò verso Gustavo ed iniziò a baciarlo con una passione insolita, cercando immediatamente la sua lingua e iniziando a giocarci con movimenti sensuali. Lui non si lasciò pregare, dimenticando l’incontro con le coinquiline e quella frase poco felice. Si tolsero i vestiti senza prestare attenzione a cerniere e bottoni e finirono su quel piccolo letto ancora attaccati l’uno a l’altra. Le mani di Bea indugiarono sul suo petto ...
«1234...11»