1. Azteca Bar


    Data: 09/07/2019, Categorie: Etero Dominazione / BDSM Altro, Autore: Scipione, Fonte: RaccontiMilu

    Azteca BarSapevamo entrambi come sarebbe finita, sin dal primo giorno, salendo sulla sua macchina dopo che lei si era offerta di accompagnarmi a casa per la prima volta. Sarebbe finita con le accuse, con i suoi pianti, violente scopate. Dopo diversi mesi lei sarebbe scappata a Cipro. Io avrei cambiato lavoro per evitare di incontrarla ancora.Erano le sei di sera, uscivamo dallo studio sul cantiere e c’era molto traffico sulla M4 che porta dall'aeroporto al centro città, e poi a casa mia. Lasciata giù la macchina davanti il portone avevamo camminato verso Beaufort Street, per fermarci in quel posto che ora non esiste più, l'Azteca Bar, all'angolo con Kings Road. C'erano dei divani di pelle consumati, pochi tavolini, una bella ragazza dietro al banco che ci serviva rum con la menta.***E pensare che tutto era nato per provocazione. Intensa provocazione. Erezioni improvvise, scambi di occhiate, sussulti; in una occasione ero anche venuto nelle mutande dall'eccitazione. C’erano giorni in studio che non riuscivo a fare niente, tanto era la mia voglia di averla. Ci eravamo conosciuti a pranzo, attraverso un amico e collega in comune. Era un ragazzo un po’ distratto, un omosessuale sui 37 che non faceva altro che raccontare di inculate tra lui ed il suo attuale marito. Lei andava in calore ascoltando le sue storie. A me veniva duro sapendo quanto lei fosse incuriosita da tutto questo. Non ci conoscevamo ancora, piuttosto era l’intuito che aveva già detto tutto dell’uno e ...
    ... dell’altra.Da quel giorno avevo iniziato a frequentare assiduamente lo stesso ristorantino per pranzo. La mia giornata era scandita dagli unici momenti in cui sapevo di poterla vedere. Anche per lei era così. Le nostre chiacchiere, i discorsi, le battute, giravano tutte attorno al sesso, incuranti di chi ascoltava al tavolo vicino al nostro. Era palpabile il desiderio di arrivare proprio a quella parte di noi, quella che si riesce a mostrare solo a poche persone, quella che ha bisogno di essere simile e familiare per poter essere eventualmente compresa. E’ come voler farsi riconoscere da qualcuno, per intenderci, perché sappiamo che dall’altra parte c’è una persona che può e sa parlare la stessa lingua.In quel periodo io facevo sesso con un'altra donna, l'assistente del mio dentista. Ero decisamente più vecchio di lei ma non riusciva a smettere di strusciarsi appena poteva e di mostrarmi il culo perfetto che nascondeva sotto il camice bianco, abbottonato fin sotto il collo. Era un frutto che profumava ancora di verde, appena maturato. Un frutto nuovo e senza macchie, un po’ asprigno ma già così pieno di zuccheri che enormi sciami di insetti gli giravano costantemente attorno. La prima volta lei aveva 17 anni, io 30 più o meno. Sudava come una matta quando mi parlava e non faceva altro che fissare gli appuntamenti prima della chiusura dello studio dentistico per potermi seguire fuori poco dopo. Nella mia testa, la possibilità di scopare dopo una seduta di fastidio e dolore, aveva ...
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