1. Azteca Bar


    Data: 09/07/2019, Categorie: Etero Dominazione / BDSM Altro, Autore: Scipione, Fonte: RaccontiMilu

    ... dopotutto, e l’indiana che poteva prendersi quello che a lei non era ancora stato concesso. L’inglese, come un poveraccio disperso in un mare troppo profondo e fortemente mosso, consumava le scarpe alla ricerca della sua donna: “You want to drive me nuts, don’t you! Where the hell have you been darling! I was looking for you”. Era esuberante, incontenibile. Un animo semplice e discreto non avrebbe potuto reggerla. Leggevo bene la sua natura, il suo mondo. Il desiderio per me, come per lei, non poteva che essere figlio di una situazione, di una fantasia. Non è passione, non è amore, non è un dono. Il desiderio non può che stare all’estremità, mai al centro. Non ci può essere equilibrio. Il sangue per arrivare alla testa e poi al cazzo deve subire una spinta forte, prima verso l’alto e poi verso il basso.***Arrivati all'Azteca, rimanemmo seduti tre ore suppergiù. Molto rum e qualche pezzo di frutta fresca. Non ci eravamo mai toccati, nemmeno sfiorati e ci si conosceva forse da tre o quattro mesi.Feci caso a come lei tenesse le gambe accavallate e come facesse dondolare quella sinistra ritmicamente. Qualche settimana dopo mi avrebbe confessato che si stava stimolando delicatamente, con quel piccolo movimento ondulatorio che trasmetteva un lieve sfregamento al clitoride e faceva aumentare la salivazione e la voglia che aveva di prenderlo in bocca. Non ricordo bene di che cosa avevamo parlato perché eravamo molto ubriachi e l'intesa e il desiderio di andare oltre mortificava ogni ...
    ... plausibile conversazione. Eravamo in attesa ed eccitati.Continuavo ad avere momenti di erezione, lei se ne accorgeva perché era così evidente che non tentavo nemmeno di nascondere il mio uccello, stendendo le gambe aperte. Quando tolsi la cravatta prima di alzarmi per uscire dall'Azteca e apersi i primi bottoni della camicia, lei si bloccò a fissarmi. Strinse le gambe ancora di più e notai il petto ed il collo diventare tutto rosso all'improvviso. Si mordicchiò le labbra velocemente, erano diventate così secche che dovette bagnarle con la lingua. Aveva gli occhi lucidi e spalancati, le guance rosse infuocate e lasciò fuggire una risatina di circostanza. Si schiarì la voce ed uscimmo.La strada era bagnata, scivolosa, umidiccia. Erano già le nove di sera, ma la luce ancora tardava a calare. Una pioggerellina fitta e nebulosa che dava solo noia. La vedevo consultare il telefono di tanto in tanto e pigiare qualcosa sul tastierino. "Sono con colleghi, arrivo per cena fra poco", stava scrivendo. Casa mia non era distante, coscienti che il tempo a disposizione era da lì alla sua macchina. Tenevo la mano destra in tasca, avevo il cazzo duro e lo stringevo in punta pizzicando il frenulo tra il pollice e l'indice. Lei lo sapeva. Avevo perso qualche goccia che aveva attraversato le mutande e avevo portato le dita al naso un paio di volte per annusare l'odore del mio sesso. Perdevo la ragione, come un pescecane seguivo la scia di sangue. Ciecamente.Svoltammo dentro Cranley Gardens. "Come ...