1. Il club degli amici (cap. xiv di xvi)


    Data: 11/07/2019, Categorie: Prime Esperienze Autore: suntopless

    ... e con la sua mano cercò e trovò il cazzo duro come non mai di lui e lo diresse verso la sua fica. D’un colpo lo inghiottì dentro.
    
    Federico cominciò a stantuffarla con gusto ma era troppo veloce.
    
    “Vai più piano! Lo dico per te! L’amore non è una gara di velocità!” gli disse Yoko e lui obbedì e rallentò.
    
    Entrambi ora potevano godere tranquillamente. Ma era pur sempre la prima volta di Federico.
    
    “Yoko, non ce la faccio più! Non resisto!” Federico stava per venire.
    
    “Allora, forza! Scopa più forte e vienimi dentro, non ti preoccupare!”
    
    Federico obbedì nuovamente e questa volta stantuffò violentemente fino ad esplodere con tutto il suo sperma nella fica di Yoko. Sedici anni di sperma accumulato fuoriusciti in un solo momento con quattro o cinque schizzi.
    
    E nel mentre
    
    “Yoko! Ti amo Yoko! Sei stupenda!” e si accasciò stanco su di lei.
    
    Era già trascorsa quasi mezzora, ne rimaneva poco più di altrettanta.
    
    “Sei davvero fantastica Yoko!” le disse “Peccato che non ci rivedremo più! Ma io non ti dimenticherò mai! Te lo giuro!”
    
    “Vedi che ancora manca un bel po’ prima che io debba andarmene. Se vuoi possiamo rifarlo. Oppure possiamo fare anche altre cose. Anche perché, scusa, pure a me è piaciuto. Sai anche noi donne godiamo, ma non è durato abbastanza per me affinché anch’io raggiungessi l’orgasmo.” gli propose Yoko.
    
    “Ma non so se ce la faccio. Non so se sono in grado. Certo che mi piacerebbe. Ma come puoi vedere anche tu mi si è ammosciato tutto.” ...
    ... deluso rispose lui.
    
    “Se è per questo, vediamo come possiamo risolvere!” sorrise lei e si diresse verso il suo pene. Lo prese in mano, ci giocò un poco e poi si mise nella classica posizione del 69. Cominciò a succhiargli il cazzo mentre offrì la sua fica alla lingua di Federico. Che ovviamente non si lasciò pregare.
    
    Continuarono così per un po’ fino a quando Yoko si rese conto di essere riuscita a resuscitare il cazzo di Federico che era tornato a svettare come prima.
    
    “Adesso comincia a lavorare con la lingua anche quel buchetto che trovi un po’ più su!” gli ordinò Yoko.
    
    Continuarono a lavorarsi a vicenda: lei il cazzo, lui il buco del culo di Yoko.
    
    Nel frattempo io giù, in soggiorno, avevo trovato tutte le foto che il ragazzo aveva scattato e le avevo già cancellate. In definitiva non erano poi tantissime: saranno state un centinaio! E fra queste molte erano state scattate puntando più sui particolari anatomici che sui volti. Tra tutte forse soltanto in una decina avrei potuto riconoscere di chi si trattava, le altre potevano essere di chiunque. Yoko si stava quindi prostituendo solo per poche foto! Guardai l’orologio e mi accorsi che mancava un quarto d’ora al termine della mia tortura. Sì, della mia tortura! Non è che mi facesse poi così tanto piacere sapere che quel porco di un ragazzino si stava scopando mia moglie lì su in mansarda! Speravo che avessero già finito e salii anch’io le scale alla loro ricerca. Vidi la porta aperta e mi avvicinai. Non appena sulla ...