1. La Coinquilina cap. 5


    Data: 12/07/2019, Categorie: Etero Autore: Saretta

    ... trentina. I suoi capelli biondo cenere arrivavano fin sopra le spalle. Il suo volto, incorniciato da una barba non troppo lunga dello stesso colore dei capelli. “Ciao, tu devi essere Gustavo, piacere io sono Lorenzo, Saretta c’è vero?” “Gus, puoi chiamarmi Gus, sì Saretta è in camera sua, sta finendo di asciugarsi i capelli credo..” “Ah perfetto, senti Gus, scusa l’intrusione, non vogliamo disturbarti troppo. Comunque ho un aereo che mi aspetta domani nel primo pomeriggio, quindi non faremo tardi. Domattina devo partire presto per andare in aeroporto. Qua c’è del sushi, anche per te ovviamente”. Gustavo ebbe subito una buona impressione, a pelle, Lorenzo gli stava già simpatico. “Ti ringrazio Lorenzo, vieni accomodati, siediti pure, io intanto metto la roba di là. Hai preso anche qualcosa di caldo? Così lo metto in forno” “Sì qualcosa c’è, dovrebbe essere sul fondo del sacch...Sarettaaaaaa, tesoro mio vieni qua!! Ma quanto sei bella, fatti abbracciare!!” Dalla cucina, Gustavo iniziò a sentire risate di felicità miste a commozione. Decise di sentire (era impossibile non farlo) ma di non ascoltare. Pensò che era un momento intimo fra due amici che non si vedevano da molto tempo e non voleva intromettersi. Neanche con l’udito. Mise in ordine il cibo e pensò che sarebbe stato carino preparare la tavola e lasciare Sara parlare tranquillamente con Lorenzo. Ma non fece in tempo. “Guuuuussss, ma che fai di là, vieni!!” “Adesso apparecchio io non ti preoccupare. Anzi, fatemi fare un ...
    ... po’ la donna anni ‘50, sedetevi che vi porto del vino. Approfittatene oggi che non ricapiterà” rise di gusto. Sara era avvolta in uno di quei maglioni lunghi (che fungono spesso da mini abiti) nero che le arrivava a metà coscia. Non era troppo attillato anche se, non portando mai il reggiseno, si potevano intravedere i suoi seni ballonzolare ad ogni suo movimento. Sotto aveva delle calze o probabilmente autoreggenti. Ai piedi, delle parigine. La scollatura del maglione era a V ma non molto vertiginosa. Stavolta non era così oscena. Era sexy, senza dubbio, ma quello lo era sempre. Gustavo pensò per un attimo al fattore sensualità e si chiese perché certe persone riuscissero ed esserlo in qualsiasi circostanza ed altre mai. Si rispose subito pensando che la sensualità, così come l’eleganza, non si potesse acquisire. Era qualcosa di innato. O lo sei o non lo sei. Sorseggiando vino in salotto, la conversazione prese subito piede, parlarono di tutto e di niente ma si potevano chiaramente percepire delle belle vibrazioni. Raccontando un aneddoto molto divertente su un viaggio fatto da Lorenzo in Perù, i tre scoppiarono a ridere a pancia piena. Mentre ancora stava ridendo, Gustavo vide la mano destra di Lorenzo accarezzare la coscia destra di Sara che si lasciò andare a quel gesto divaricando un po’ le gambe. Nel farlo, Sara guardò dritto negli occhi Gustavo, che reagì appoggiando il bicchiere ormai vuoto sul tavolino. “Dai, andiamo a cena”. Sara si alzò di scatto e si diresse verso ...
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