1. Marilde 02-06 - lavori in corso


    Data: 15/07/2019, Categorie: Etero Autore: Alex46

    ... Provò piacere in quell’emozione, un piacere così intenso che volle ritardare, con una lettura posticipata, la fine del doloroso incantesimo.
    
    La tazza era vuota, la lettera era ancora chiusa. Debra spense la luce, salì le scale per la prima rampa che portava ai lavori in corso. I bagni erano ancora lì, non piastrellati, ingombri di materiale, c’era anche la radio degli operai. L’odore di cemento fresco ricordò a Debra quanto fosse stato bello chiedere aiuto e consigli per quei lavori. Non perché ne avesse davvero bisogno, ma per lei era così importante il suo nido che voleva coinvolgere altri che abitavano lontano. Riteneva che fosse bello condividere con altri il proprio entusiasmo. E aveva ragione.
    
    La rampa superiore la portò a dare un’occhiata a Pietro che dormiva profondo. Con tenerezza di zia lo ricoprì con il piumone che era quasi caduto sul pavimento, si chinò vicina al viso del bimbo e lo baciò sulla fronte come solo una zia sa fare. Si accertò che il respiro fosse regolare, guardò l’espressione del volto e, non vedendo alcun brutto sogno, con un’ultima carezza sui capelli, si decise ad allontanarsi. Più tardi gli avrebbe fatto fare la pipì.
    
    Non andò in bagno, anzi. Accese un po’ di candele, non tutte perché quella sera era davvero tardi. Ne accese un numero sufficiente a calmare la sua sete di rito e di sacro. La mansarda era ancora così come l’avevano lasciata, sembrava che l’ondeggiare del chiarore delle candele talvolta ricordasse il soprassalto dei ...
    ... flash del pomeriggio, 12 ore prima. Il cuscino blu era sempre là, sopra gli altri a coprire il muro bianco. La confezione aperta di Barry White era ancora lì, come pure le foto e i ritratti e i ricordi che anche lui aveva visto. Anche lo scatolone era ancora nell’angolo di destra, con il suo messaggio a lettere cubitali che parlava di grande distanza ma di anime vicine. Anche quello aveva visto e anche la stella che continuava a occhieggiare dietro alla grande finestra che dava sul laghetto.
    
    Per ultimo accese un piccolo bastoncino d’incenso, quindi si sdraiò comoda sul quel divano così immobile ma così complice: e finalmente aprì la busta.
    
    La lettera non era lunga e Debra si ritrovò alla fine in breve tempo. Ciò che Michele le scriveva era semplice: le raccontava quello che assieme non avevano avuto il coraggio di fare, nei particolari più concreti come nelle sfumature più sottili.
    
    Da tempo le anime dei due avevano fatto l’amore assieme, anche se relativamente a due anime non si può parlare di tempi e di luoghi. Ci sono a disposizione delle fotografie, neppure troppo nitide, degli spezzoni di film che documentano quell’evento etereo in una continuità elevata che non ha nulla del nostro tempo e del nostro spazio. Nei bar a Milano, per telefono, in quel bacio davanti all’albergo e anche in altri momenti o frasi o ricordi.
    
    Quella sera i loro corpi erano stati sottoposti a una tensione davvero estrema e mentre le anime urlavano a loro di unirsi, i loro nomi e cognomi ...