1. Marilde 02-06 - lavori in corso


    Data: 15/07/2019, Categorie: Etero Autore: Alex46

    ... avevano paura, specialmente lei. In entrambi si era svolta una lotta durissima, come se ciascun nome e cognome avesse paura di perdersi in un mare più grande di quanto mai immaginato.
    
    Lei era lì, sdraiata sul divano senza più forze. Solo nella sua mente si svolgeva ancora quella lotta che ormai sembrava disperata. Tutto di lei giaceva sul divano, i vestiti gettati a terra uno per uno, concessione dopo concessione. Ad occhi chiusi, aveva rovesciato un po’ indietro il capo. Mani, braccia distese accanto al corpo, e così pure le gambe appena piegate verso l’alto in modo che la pianta dei piedi aderisse perfettamente al divano dove qualche cuscino ancora continuava a essere spostato. Un corpo che aveva concentrato la sua sensibilità nella parte centrale, da quel leggerissimo senso di nausea unito a un breve ansimare, al tremore elettrico dei capezzoli sui seni sodi, fino al calore che incominciava ad avvertirsi alla fine dello stomaco e s’irradiava lento e potente, poi proseguiva invincibile fino a concentrarsi nel punto focale, nella necessità della figa, aperta e fradicia, per entrambi l’oggetto del desiderio più semplice, così forte perché solo quel bagnato poteva permettere lo spegnimento d’un fuoco che ormai li divorava.
    
    Lui si era staccato da lei e per il momento non l’abbracciava. Un attimo dopo la stava leccando per sentirne il sapore, per farle piacere, per perdersi, per sentire anche solo in parte la sensazione di una conquista che forse mai sarebbe stata tale. ...
    ... Sotto la sua lingua si alternavano come componenti di un fiore quelle parti anatomiche che costituiscono qualunque sesso femminile, ma che in quel momento gli sembravano elementi del tutto esclusivi, unici, padroni del suo mondo maschile che in quel momento si ritrovava esattamente in quel sesso e nel fatto che lui ne stava bevendo in qualche modo l’essenza più intima, che poi non era altro che Debra stessa perché anche lei, in quel momento, era quasi del tutto concentrata in quella parte del suo corpo.
    
    Quasi, perché solo la sua mente si rifiutava di procedere, di dare il cenno per il via definitivo. Il cenno che anche lui aspettava, per paura di non andare troppo avanti da solo. Poi il cenno arrivò: era un grande sospiro, qualcosa che si allontanava forse per sempre, forse una liberazione. Lei con le mani cercò le sue spalle, lo aiutò a risalire lungo tutto il suo corpo fino a poterlo ancora baciare sulla bocca nell’umido della quale affiorava come un ricordo ben vivo tutto il suo umore più profondo.
    
    Mentre si baciavano, ancora le sue mani afferrarono la cintura dei pantaloni di lui, la slacciarono, poi si concentrarono sulla cerniera fino a permettere la libertà, finalmente, a quel membro duro e fradicio del quale si sentiva da tempo l’ingombro prigioniero. Michele, come lei nudo, si appoggiò a lei per godere assieme di quel momento di attesa e di dolcissimo tormento che precede l’unione definitiva.
    
    Debra rilesse la lettera: i tuffi al cuore non l’avevano abbandonata ...