1. Marilde 02-06 - lavori in corso


    Data: 15/07/2019, Categorie: Etero Autore: Alex46

    ... ma una dolcissima sensazione di abbandono e di rilassatezza si stava impadronendo di tutto il suo essere. Era quello il più bello di tutti i paradisi possibili.
    
    La lettera era semplice e diretta, si faceva esplicito riferimento ai particolari e ai fatti di cui ogni unione corporea è fatta. Ma ciò che faceva bella la lettera era l’assoluta mancanza di rimpianto, come se non ci fosse alcuna sensazione di una cosa mancata, non realizzata. Alla fantasia, perché tale era, non mancava nulla per essere veramente reale: con le sue ali volava altissima e la carne, quella parte di noi che rimane legata alla terra, la guardava come un aquilone senza alcuna invidia per quell’oggetto leggero di carta ma con tanta gioia di essere ugualmente leggera nello spirito.
    
    La lettera proseguiva ancora per qualche riga, sembrava che le parole scritte andassero e venissero, proprio come quando si fa l’amore, come quando ci si perde nell’altro, e le parole si confondevano con la lettrice e con colui che le aveva scritte. E terminava con la parola «dai, dai!» ripetuta decine e decine di volte, e scritta sempre più grossa e più marcata, come urlata e sudata, come se la lettera e quell’unione non dovessero finire mai. «Dai, dai!» per continuare così, per sempre in un viaggio che subisce un’accelerazione infinita, come nei sogni più belli nei quali fai l’amore per un’eternità e non vieni mai.
    
    Alla fine della seconda lettura Debra era spossata come di certo lo era stato anche Michele subito dopo ...
    ... aver scritto quelle cose. Così spossata da sentirsi quasi appagata, perché l’unione delle fantasie è il passo successivo all’unione delle anime.
    
    Si vide sola in quella stanza ed era ora di andare a dormire. Rimise la lettera nella sua busta e la depose in un cassetto. Un po’ debole sulle gambe e a passi non così decisi si recò nella camera dove Pietro continuava a dormire. Lo sollevò, lo portò in bagno, gli disse qualche dolce parolina mentre lo aiutava a fare la pipì. Poi lo riportò a letto e lo coprì ancora con il piumone.
    
    Ritornò in bagno dove si spogliò completamente; sentiva su di sé lo sguardo di Michele, che non era lì ma era come se ci fosse. Chiuse ancora gli occhi desiderando di essere guardata da lui, come solo lui poteva guardarla. Si buttò addosso una morbida maglia a maniche lunghe e così com’era s'infilò a letto. Il piumone le accarezzava e le avvolgeva compiacente le gambe e la pancia, appena scoperta dalla maglia; e accennava a sfiorarle anche le intimità.
    
    Debra spostò una mano esitante e la appoggiò sul sesso: esitava se accarezzarsi o se semplicemente nascondersi alla vista di Michele che sentiva lì presente, come se anche lui fosse sotto al piumone. E bastarono quel calore e quel pudore appena accennato per cristallizzare quella situazione d’incanto. La mano rimase immobile, l’esplosione di corpo e mente erano rimandate alla prossima occasione. Così lentamente si addormentò, permettendo quindi alla sua anima di crogiolarsi in quella dolce, sfinente ...