1. Il gioco delle perle di vetro


    Data: 18/07/2019, Categorie: Prime Esperienze Autore: Binario, Fonte: Annunci69

    ... scatole nere e le adagiò sulla sedia. Accese la musica. Una raccolta di Lauryn Hill che conosco bene. Lo sapeva già che fosse una delle mie preferite. Iniziò la sua danza, ero l’unico spettatore. Le sue gambe, per quanto piccole, erano ben fatte e dalle giuste proporzioni. Una danzatrice in tacchi a spillo e micro gonna, tutta per me, mi eccitava molto. La sua danza si faceva sempre più seducente e provocante. Accarezzava il suo corpo in modo esperto. Era sicura dei propri mezzi.
    
    Un uomo in queste situazioni è sempre preso dall'istinto primordiale. Ero tentato dalla smania di saltarle addosso e baciarla. Dai piani bassi sentivo il mio corpo indurirsi. Ero eccitatissimo, se solo mi avesse lanciato un segnale l’avrei coperti di baci e posseduta. Liberai il mio corpo dai pochi indumenti, notai che il mio gesto era stato apprezzato. Ero in stato di erezione totale, ma non intendevo perdere il controllo. Lo spettacolo era da poco iniziato. La guardavo fisso negli occhi nella speranza di attirarla a me. Dopo poco me la ritrovai tra le braccia. Iniziarono degli interminabili baci. Baci intensi ed appassionati. Aveva una lingua sottile e lunga che muoveva con una rapidità sconcertante. Scivolò rapidamente dalla bocca al cazzo iniziando un vigoroso pompino. Le sue labbra non erano carnose, ma in compenso la lingua era qualcosa di estremamente potente. Ero in suo possesso. In pochi colpi riuscì ad ingoiarlo tutto. Ricordo ancora la sensazione provata del glande stretto nella sua ...
    ... gola. Era il suo gioco preferito, leccava l’asta con quella piccola frusta sottile e lunga e poi riusciva ad infilarselo giù fino alla gola, dove seguivano alcuni movimenti della testa che procuravano dei piacevoli sfregamenti del glande.
    
    In queste situazioni, non piace proprio stare. Ricevere e dare contestualmente è una delle gioie più intense per me. Ma c’era il problema del ciclo.
    
    Ad essere sincero, ero giunto a dubitare che fosse una scusa. Non potevo immaginare che era solita usare quelli interni. Questa fu la costatazione che seguì al momento in cui le sfilai l’intimo. Aveva una figa di piccole dimensioni. Le labbra erano gonfie e rosee. Molto curata, con pochi peli. Riuscii a portarmi nella posizione del 69. Per donarle il mio piacere. Non potevo ricambiarle le sue acrobazie. Ma, almeno l’avrei sentita in parte più mia. Cambiammo posizione, stesi di fianco, faccia a faccia. Baci e reciproche carezze. Sentivo la sua mano che accompagnava la mai pelle come se fosse un elastico imbevuto della sua saliva. La mia che accarezzava delicatamente la sua clito. Le bocche unite in un bacio senza fine. Eravamo in estasi e lei era completamente mia!
    
    Sentivo difficile che in quella posizione riuscissi a portarla all'orgasmo. Con audacia e delicatezza, riuscii a farmi spazio, esplorandole quel poco spazio che le circostanze mi concedevano e la portai all'orgasmo. Nella foga finale il tampax dovette gridare aiuto!
    
    Si adagiò per pochi istanti e dopo poco la sentii ritornare ...