1. Penombra 1


    Data: 22/07/2019, Categorie: Etero Autore: GabryArcangeli

    ... e’ più affondato tra i due cuscini. Distinguo chiaramente il tuo profilo sul bianco del lenzuolo e le tue labbra mi affascinano di nuovo. Sono la prima cosa che ha catturato la mia attenzione.
    
    Mi piace guardarti e ripensare a noi. Franca, si, di questo sono sicuro, ti chiami Franca o almeno così hai voluto che ti chiamassi, in rete eri “DolceTenera”, più ci ripenso e più capisco come il nick era appropriato. Respiro piano al bordo del letto, sono nudo e con la verga rigida che ormai sembra scoppiarmi ma non mi muovo, mi piace osservarti mentre sei cosi distesa e abbandonata, nella mente mi si affollano immagini sensuali. Allungandoti hai spostato il lenzuolo e adesso il tuo sedere e’ quasi completamente scoperto, anzi sei praticamente nuda.
    
    Scruto ogni particolare del tuo corpo e finalmente comincio a sentirlo famigliare. Ho sempre avuto bisogno di farlo, di possedere completamente il corpo della donna, di scoprirlo e farlo mio.
    
    Si, dolce e tenera, morbida e calda, quanti nomi potrei inventare per te adesso che ti ho conosciuta, labbra dolci, si anche questo sarebbe perfetto. Sono state le prime cose che ho notato nella Hall quando ci siamo stretti la mano, piacere, piacere e poi verso l’ascensore, non sono sicuro di essere stato io a prendere l’iniziativa così rapidamente, anzi ripensandoci sei stata tu che mi ci hai trascinato. Ho sbirciato il tuo posteriore mentre mi precedevi ma dopo dieci passi eravamo già arrivati. La cabina vuota ci ha imprigionati, avrei ...
    ... voluto dirti tante cose ma riuscivo solo a guardarti sino a quando non hai alzato il viso verso di me, la bocca semiaperta e la lingua tra le labbra che le leccava lentamente. Pensavo che ti sentissi a disagio e che fosse un tuo modo per allentare la tensione di questo incontro clandestino ma appena ho avvicinato la mano al tuo viso per accarezzarlo me l’hai afferrata. Mi hai risucchiato in bocca il dito medio e come una bambina hai iniziato a succhiarlo, a giocarci con la lingua e le labbra.
    
    Tutto e’ durato pochi secondi ma sufficienti a farmi ribollire il sangue, poi le porte dell’ascensore si sono spalancate di nuovo al piano.
    
    Sei uscita per prima, decisa, rapida, mentre io cercavo in tasca la chiave della stanza, ero frastornato lo ammetto, ho aperto e con un sorriso ti ho invitata ad entrare, lo hai fatto con un balzo felino senza darmi il tempo di accendere la luce. Siamo rimasti immobili nella penombra, uno di fronte all’altra, incapaci di parlare o di prendere alcuna iniziativa. Ti confesso che cercavo di ricordare quello che ci eravamo scritti, le cose che ci eravamo raccontati al telefono in lunghe ore notturne, nulla, riuscivo solo a guardarti davanti a me con il viso abbassato e le braccia abbandonate sui fianchi.
    
    Abbracciarti forte e’ stato un atto istintivo, stringere il tuo corpo morbido ed aspirare il tuo profumo di femmina mi inebriava, ti sentivo calda abbandonarti contro di me.
    
    -- Scusa Gabriele, e’ piu’ forte di me. Lasciami fare, ti prego.
    
    E’ ...