1. Penombra 1


    Data: 22/07/2019, Categorie: Etero Autore: GabryArcangeli

    ... stato un sussurro al mio orecchio e di colpo mi hai trascinato insieme a te sul letto, entrambi vestiti e avvinti. Poi sei diventata una furia incontenibile sopra di me, le tue mani che frugavano nei miei calzoni, ho cercato di aiutarti a slacciare la mia cintura ma tu eri rapida, determinata, quasi violenta.
    
    Hai cominciato così di sorpresa, senza darmi modo di capire cosa stava succedendo, in un attimo un vulcano di sensazioni mi ha avvolto il basso ventre, sentivo il calore della tua bocca dovunque. Così, rovesciato sul letto non riuscivo a vederti, sentivo solo il tuo respiro rapido e frenetico, quasi l’ansimare di un predatore affamato. Con le mani ti ho preso le spalle ma tu le hai scacciate via, la preda non può ribellarsi al suo destino e cosi’ mi sono sentito.
    
    Allora mi sono dimenticato di tutto, dei mie vestiti e delle scarpe ancora addosso, solo la tua bocca e le tue mani esistevano. Sentivo crescere il mio sesso sotto le tue carezze e la tua lingua giocare intorno alla punta o cercare di forzarne il buchetto superiore, le tue mani sembravano cento sul mio ventre, intorno alla peluria che ricopre lo scroto, sulle cosce, ho smesso di voler capire, non era possibile, lasciavo crescere la voglia ed il piacere in me.
    
    Per forza anch’io ansimavo, anch’io adesso ero pronto per aggredire la femmina e farla mia ma ogni tentativo di muovermi provocava le tue reazioni rabbiose, non avevo modo di fare altro che subire la stupenda violenza che mi stavi imponendo. A ...
    ... volte mordicchiavi le palle, salivi con la lingua lungo tutta l’asta e poi la ingoiavi di colpo facendo ruotare dentro la lingua per esplorane le pieghe più nascoste, non so quanto e’ durata la tua furia, mi sono reso conto soltanto che stavi riuscendo a portarmi oltre il limite, non avevo alcuna volontà di oppormi, ormai il mio unico obiettivo era scaricare lo sperma e godere, solo godere. Il cazzo ormai mi trasmetteva fitte quasi dolorose, era teso e rigido come un palo di ferro bollente, la tua bocca non smetteva nella sua cavalcata trionfante.
    
    Poi di colpo, ti sei fermata, un attimo prima che fosse troppo tardi, non so come tu abbia fatto a capirlo, due dita strette alla base e la tua bocca aperta sollevata.
    
    -- No ! No ! Fammi venire, ti prego ! Non smettere !
    
    Adesso finalmente mi hai guardato coi tuoi occhi spalancati e lucidi fissi nei miei.
    
    -- Ti prego, non smettere non resisto. Sto per venire, ti prego !
    
    Il tuo sorriso mi e’ sembrato quasi crudele, ho alzato la testa ed ho visto la tua mano stretta alla base della mia asta congestionata e quasi dolorante.
    
    -- No, Gabriele, l’ho desiderato troppo, non voglio che finisca subito. Lasciami gustare ogni momento insieme a te.
    
    Eri dolce e tenera nel dire questo ma il dolore nel basso ventre non mi dava tregua, dovevo venire, scaricare il seme, svuotare la tensione insostenibile. Devi averlo capito dal mio sguardo perché lentamente hai allentato la stretta alla base del cazzo, l’hai lasciato rigido e dritto ...