1. Penombra 1


    Data: 22/07/2019, Categorie: Etero Autore: GabryArcangeli

    ... davanti al tuo viso, eravamo entrambi ansimanti e con i visi congestionati.
    
    -- Ti prego fammi venire, lasciami entrare dentro di te, non resisto, ho bisogno di sborrare subito.
    
    -- Aspetta ancora un attimo Gabri, voglio godere insieme a te.
    
    La tensione si stava allentando ed il dolore ormai era diventato un sottile piacere, mi sembrava di avere un orgasmo continuo, ma dolce, non violento.
    
    -- Hai una goccia di succo sulla cappella, lasciamela assaggiare, rilassati, non avere fretta di bruciare tutto.
    
    Ho visto la tua lingua uscire come un serpentello dalle labbra e sfiorare la punta del cazzo, solo un attimo ma un brivido mi ha scosso come una scarica elettrica.
    
    -- Come sei buono ! Come sei dolce, non immaginavo che il tuo succo fosse cosi’ buono.
    
    Intanto continuavi a massaggiarmi il ventre e le palle, la tensione si stava allentando e ormai provavo solo piacere. Ti sei alzata e lentamente hai cominciato a spogliarti, il golf, la camicetta, poi la gonna. Il tuo sguardo era furbo e seducente, mi mostravi le tue forme abbondanti con abilità, con malizia, io disteso con l’asta rigida rivolta verso di te non perdevo un particolare, mi piaceva il tuo gioco. Poi, con un movimento rapido il tuo reggiseno e’ scomparso e due globi bianchi mi hanno abbagliato la vista. Mentre ti toglievi le autoreggenti li vedevo allungarsi verso il basso e oscillare, morbidi e abbondanti.
    
    Finalmente ti sei alzata, solo i piccoli slippini neri difendevano la tua nudità, io non ...
    ... ansimavo più, ero frastornato e senza respiro.
    
    Confessa che ti piaceva mostrarti cosi senza alcun pudore ad un estraneo sapendo che lui era al massimo dell’eccitazione, ammetti che avevi preparato bene il tuo trionfo di femmina ! E ci eri riuscita, eccome ! Io restavo abbandonato sul letto senza avere la forza di prendere iniziative, troppo frastornato per pensare. Ma non ti bastava.
    
    Quando hai iniziato a massaggiarti i seni sapevi benissimo che io sarei rimasto ipnotizzato a guardarti incapace di respirare, ti stringevi i capezzoli in mezzo alle aureole grandi e scure e li allungavi verso di me, era quello che volevi, farmi uscire di testa.
    
    Ho capito il tuo piano, certo. Io, il grande amatore, esperto scopatore incallito, mi volevi davanti a te a desiderarti ed incapace di muovere un dito, ai tuoi piedi. Si, Franca, avevi preparato tutto per farmi impazzire ed implorarti come un ragazzino, certo, ci stavi riuscendo, anzi ci eri già riuscita. Non riuscivo a staccare gli occhi dal tuo corpo bianco e morbido con una voglia insopportabile di stringerlo e possederlo, lo sapevi che avrei fatto e detto qualunque cosa pur di ottenerlo. Si, Franca, il tuo sorriso trionfante aveva ragione d’essere, ero in tua balia e te ne accorgevi dai miei tentativi di allungare le mani verso le tue grazie. Non avevi fretta, centellinavi la vittoria lentamente, da buongustaia.
    
    Poi con un balzo mi sei montata a cavallo del torace, gli slippini minuscoli davanti ai miei occhi ed il tuo profumo ...